Torniamo al finanziamento pubblico dei partiti, dice Mattia Santori

Il leader del movimento delle Sardine, Mattia Santori, spiega le ragioni del “no” al referendum. Secondo il ricercatore bolognese il taglio dei parlamentari rappresenta la vittoria dell’antipolitica.

 

Dopo la referente della Calabria Jasmine Cristallo che si è soffermata sui valori della Costituzione, ora torna a parlare del referendum sul taglio dei parlamentari il ricercatore bolognese Mattia Santori, front man del movimento delle Sardine. Santori – in un suo pezzo su Huffington Post – scrive: “Il taglio dei parlamentari rappresenta l’apice dell’antipolitica ed è un grave rischio per la rappresentanza dei cittadini e il funzionamento dello Stato”. Ma Santori, solo nel a fine 2019, ha fondato un movimento di piazza volto a criticare anche aspramente la politica. O almeno: un certo modo di fare politica. Infatti puntualizza il giovane: “E’ del tutto legittima la fristrazione per l’attuale classe dirigente che in questi anni non ha saputo dare risposte credibili a problemi profondi. Ma cavalcare l’onda di queste frustrazioni non può giustificare questa riforma che finirà per indebolire gli elettori, non gli eletti”. Il leader delle Sardine rimarca che loro sono stati tra i primi a schierarsi nettamente a favore del “no” e che se ora il fronte di coloro che sono contrari al taglio dei parlamentari si sta ampliando è in parte anche merito loro.

In sintonia con Matteo Renzi, Santori sostiene che il taglio dei parlamentari potrebbe sì essere necessario ma solo all’interno di un quadro più ampio che preveda anche il superamento del bicameralismo perfetto: “Il taglio dei parlamentari potrebbe anche essere condivisibile ma dovrebbe essere inquadrato all’interno di un progetto di modifica dell’assetto parlamentare: la revisione del bicameralismo perfetto. Non dovrebbe prevalere la visione antipolitica insomma”. Infine il giovane leader del movimento di piazza torna su un tema che è stato abbandonato da un po’: i finanziamenti pubblici ai partiti che – a suo dire – sarebbe l’unico modo per riportare i cittadini ad interessarsi veramente di politica e far diventare nuovamente i partiti luoghi di dialogo e confronto.

Eppure alcuni dei classici punti di rierimento delle Sardine voteranno “sì” il 20 e 21 settembre. Lo stesso Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna che il movimento ha supportato durante tutta la campagna elettorale si esprimerà a favore. Ma le Sardine tirano dritto e il 12 settembre scenderanno in piazza a Roma con il fronte del “no”. Jasmine Cristallo – riporta Il Foglio – ha dichiarato: “Ci attaccano perché siamo scomodi ma noi ci dobbiamo provare. Lo diceva anche Che Guevara: l’unica battaglia persa è quella che non ho combattuto”

Samanta Airoldi

Fonte: Huffington Post, Il Foglio

 

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