Nel mirino della procura di Lecco gli amministratori della cooperativa “I Girasoli” e dell’associazione “La Croce del sud onlus”. Sei le persone indagate con l’accusa di truffa ai danni dello Stato.
Quasi un milione di euro, 900 mila per la precisione. È la cifra – tutti soldi pubblici – che avrebbero intascato gli amministratori di una onlus e di una cooperativa che si occupano dell’accoglienza dei migranti a Lecco, e che ora sono indagati per una truffa ai danni dello Stato. La Procura di Lecco sta indagando sul fatto, e l’ipotesi è che i fondi erogati dallo Stato che dovrebbero essere usati per l’accoglienza dei migranti siano quasi tutti finiti nelle tasche dei responsabili per la gestione di quei servizi. Si tratta dei famosi 35 euro al giorno destinati a coprire le spese di assistenza ai migranti. Di quella cifra, solo 4 o 5 euro sarebbero effettivamente stati utilizzati per erogare i servizi, mentre gli altri potrebbero essere finiti in voci di spesa che hanno poco o nulla a che fare con l’accoglienza: soggiorni turistici, auto di lusso, prelievi in contanti di decine di migliaia di euro fatti da ciascun socio. Lo riporta Fanpage.
Nel mirino della Guardia di Finanza di Lecco sono finite sei persone, iscritte poi nel registro degli indagati: cinque lecchesi, tre uomini e due donne, di età tra i 35 e i 46 anni, e un settantenne di Torino. Fino a quando le loro responsabilità non verranno accertate, sono stati sequestrati vetture, immobili e un terreno nelle province di Alessandria, Savona e Siracusa, per un importo totale di circa 640 mila euro a carico dei responsabili dell’associazione “La croce del sud”, nel capoluogo lariano, e 275 mila della cooperativa “I girasoli”, con sede legale a Milano.
I fatti risalgono al periodo tra il 2015 e il 2018, durante il quale le due organizzazioni hanno gestito una decina di centri di accoglienza in provincia di Lecco, e avevano a carico un centinaio di migranti. Le indagini sono partite a seguito delle ispezioni nelle strutture fatte dalla Squadra Mobile della Questura di Lecco, disposte dalla Prefettura: le condizioni di indigenza dei richiedenti asilo erano tali da spingere gli inquirenti a indagare la cooperativa e l’associazione. A riportarlo il Corriere della Sera. E gli accertamenti, come spiegato dalle Fiamme gialle, avrebbero consentito di verificare che solo una minima parte dei soldi ricevuti veniva spesa per il sostentamento dei migranti. Tutto all’insaputa dei dipendenti, pagati il minimo sindacale, e dei volontari, che in buona fede occupavano il loro tempo a prestare assistenza alle due organizzazioni. Sia l’onlus che la cooperativa hanno tentato di bloccare il provvedimento nei giorni scorsi, e hanno presentato istanza al Tribunale del riesame di Lecco, che però ha dato ragione alla Procura, confermando il sequestro preventivo dei beni.
Fonte: Fanpage, Corriere della Sera