Scuola, emergenza Coronavirus: come distinguere la febbre dai sintomi di contagio

Con l’avvicinarsi della riapertura delle scuole, diventa importantissimo saper individuare subito i sintomi del Covid negli alunni per evitare nuovi focolai.

 

L’autunno, ogni anno, porta con sé due grandi ritorni: il ritorno a scuola e il ritorno della stagione dell’influenza. Quest’anno, tuttavia, la questione è complicata dall’emergenza Coronavirus. Alcuni tra i maggiori esperti prevedono che almeno il 2-3% degli alunni quest’anno sarà positivo al Covid. E considerando che parliamo di circa 8milioni tra bambini e adolescenti, ci rendiamo immediatamente conto che si tratta di cifre importanti. Anche perché un solo caso positivo significherà la quarantena per tutta la classe e anche per la famiglia. Per evitare tanti nuovi focolai sparsi lungo tutto lo stivale, diventa quindi, determinante saper riconoscere subito le prime avvisaglie di Covid. Il ché non è così immediato visto che i sintomi di questa specifica infezione virale somigliano, per molti versi, a quelli della classica influenza. Il professor Gianvincenzo Zuccotti, direttore del reparto di Pediatria dell’ospedale Buzzi di Milano – intervistato dal Corriere della Sera – ha spiegato che se un bambino presenta solo il raffreddore, non accompagnato da sintomi come disturbi gastrointestinali e congiuntivite, possiamo dirci tranquilli: è un caso di influenza come gli altri anni. La situazione cambia quando al raffreddore si aggiungono febbre superiore ai 37,5 gradi e sintomi come vomito e diarrea: questi sintomi, tutti insieme, devono fare scattare il campanello d’allarme.

Il segnale che, più di ogni altro, ci permette di distinguere il Covid dalla solita febbre di stagione, è la perdita improvvisa di gusto e olfatto. Non va confusa con la difficoltà a sentire gli odori e i sapori dovuta alla congestione nasale. Nel caso in cui il bambino o ragazzo abbia contratto il virus, non riuscirà più a discernere tra dolce e amaro, salato e piccante: tutti i sapori diventeranno uguali. Un altro sintomo da non sottovalutare è la tosse, che nel caso dell’infezione da Coronavirus sarà secca e insistente, senza catarro. Infine non è da sottovalutare neppure l’ordine in cui i sintomi si presentano: un recente studio – condotto dai ricercatori della University of Southern California di Los Angeles e pubblicato sulla rivista Frontiers in Public Health – indica che nella maggior parte dei casi il primo sintomo del Covid è la febbre, seguita da tosse e dolori muscolari, nausea, vomito e, infine, diarrea. Nel caso dell’influenza, invece, di solito la tosse si manifesta prima della febbre.

Ma in tutto questo, quanto può essere considerato rischioso il ritorno tra i banchi previsto per il 14 settembre? C’è di buono – spiega Wired – che a differenza dell’influenza, il Covid è più contagioso con l’aumentare dell’età. In pratica – secondo quanto emerso da diversi studi tra cui una ricerca svolta in Corea del Sud su un vasto numero di campioni – i bambini sotto i 10 anni hanno un livello di contagiosità che è di circa della metà rispetto a quello degli adulti. In alcuni Paesi, infatti, come Norvegia e Danimarca, la riapertura delle scuole non ha comportato una nuova impennata di casi.

Samanta Aroldi

Fonte: Corriere della Sera, Frontiers in Public Health, Wired

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