Per lo storico Luciano Canfora, il referendum sul taglio dei parlamentari è la più “stupida, volgare e demagogica delle riforme”. M5S, Fratelli d’Italia e Lega verso il sì. Indecisi il PD e Forza Italia. Italia Viva “lascia libertà di voto”
È netto e tagliente il giudizio dello storico Luciano Canfora, che alla riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari voterà per il no. “È la più stupida, volgare e demagogica delle riforme”. In un’intervista a Repubblica, Canfora espone le sue ragioni, e sostiene che l’alto percentuale di persone pronte a votare per il sì – l’80% stando all’ultimo sondaggio Demos di Ilvo Diamanti su Repubblica) si deve a una demagogia a cui è difficile resistere. “Il fascino demagogico della proposta infantile di tagliar via 350 parlamentari che lo si può ritenere irresistibile per un cittadino poco informato e poco incline ad approfondire la questione. È un risultato del tutto prevedibile, che si fonda per l’appunto, sul fascino della demagogia primordiale”. Lo storico difende che, se è vero che lo scopo della riforma è risparmiare sulle casse dello Stato, allora al posto di tagliare il numero di parlamentari, sarebbe molto più “elementare” ridurre i loro stipendi. “Sono eccessivi e del tutto arbitrari, denuncia, e non si sa bene neppure perché, e chi li ha stabiliti. Senza contare che hanno degli emuli in quella gigantesca corte dei miracoli, che sono le Regioni, con una marea di deputatini super pagati”. Canfora, che bolla i pentastellati di “inconsapevoli e primitivi”, si dice preoccupato, in caso di vittoria del sì, dell’effetto “brutale di una riforma grossolana”, che sarebbe “devastante sul piano della rappresentanza”.
Il referendum divide sia i rappresentanti del Governo sia le opposizioni. Mentre il M5S è uno dei fautori della proposta e strenuo difensore del sì, il PD a quanto pare non si è ancora deciso. La direzione del partito, riferisce Repubblica, deciderà il lunedì 7 settembre. Così ha fatto sapere la segreteria dem, convocata in videoconferenza dal segretario Nicola Zingaretti. Da parte sua, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che punta a una riforma più sostanziosa, annuncia che lascerà libertà di voto in occasione del referendum. “Che vinca il Sì o il No, afferma Renzi, dal 21 settembre il punto sarà: quale modello istituzionale scegliamo?”. A riportarlo Fanpage. Nel Centrodestra, invece, il leader della Lega, Matteo Salvini, conferma che voterà sì, ma non fornisce indicazioni di voto e, forse consapevole delle spaccature all’interno del partito, sembra prendere le distanze da questa campagna referendaria. Invece sembra ancora in attesa Silvio Berlusconi, che ha lanciato un preciso messaggio agli alleati di centrodestra, per cercare di superare le difficoltà nella coalizione in vista del referendum. Se Salvini e anche la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si sono già pronunciati per il Sì, Forza Italia resta divisa. Anche per il Cavaliere, riferisce il Corriere della Sera, se la riforma viene realizzata “come lo vogliono i grillini”, rischia di essere solo un “atto demagogico”. E la paura della demagogia, come si vede in questo referendum, sembra non conoscere preferenze politiche o partitiche.
Fonte: Repubblica, Fanpage, il Corriere della Sera