Coronavirus, i dati reali dicono ben altro da ciò che ci vogliono far credere

Nonostante il numero dei contagi sia in aumento, i dati sull’andamento del Coronavirus sono meno preoccupanti di quello che sembrano.

“Allarme in corso“; “rischio concreto per settembre“; “situazione estremamente preoccupante”: a giudicare i numeri dei nuovi contagi giornalieri, la situazione sull’andamento del Coronavirus sembra essere esattamente questa. Nelle ultime 24 ore – questi i dati riportati da Repubblica – in Italia sono stati registrati 996 nuovi casi di contagio e sei nuovi decessi, per un totale di 269.214 casi e 35.483 morti dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente ricoverate sono aumentate di 37 unità, portando il totale a 1.288. Altre 94, sono invece nei reparti di terapia intensiva – otto in più nelle ultime 24 ore. Ieri, i tamponi sono stati 53518, 23mila in meno rispetto all’altro ieri. Ma, nei giorni precedenti, il numero dei nuovi positivi è salito notevolmente sfiorando la soglia dei 1.500 contagi al giorno. Ad esempio, il bilancio del 29 agosto vedeva una vittima e 1.444 contagi, a fronte di un record di tamponi: 99.108 in un solo giorno. Inoltre, si era registrato anche un boom di guariti: 1.322.

I veri numeri del contagio

Insomma, numeri alti che dovrebbero far preoccupare, specialmente se si associa a questo il fatto che l’età dei contagiati si è abbassata notevolmente. Tuttavia, il numero dei nuovi contagiati in sé è di per sé irrilevante e non può essere assunto come parametro stabile: infatti, va considerato in relazione ai tamponi effettuati. Ad oggi, il rapporto tra tamponi e positivi è tra lo 0,77% e l’1,3%. Ad esempio, il 19 agosto, ci sono stati 643 positivi su 71095 tamponi: percentuale dello 0,90%. E ancora, il 20 agosto, 845 positivi su 77442 tamponi: percentuale dello 1,10%. Inoltre, stando ai dati Istat riportati su Adnkronos, quasi un milione e mezzo di italiani sarebbe già entrato in contatto con il Coronavirus. Il che vuol dire che 1 milione 482 mila italiani hanno già sviluppato gli anticorpi, pari al 2,5% del totale della popolazione. Dunque, i contagiati reali sarebbero sei volte superiori a quelli tracciati con il tampone – e l’allarme era già stato lanciato mesi fa dagli esperti. Ma, se così fosse, allora scenderebbe notevolmente anche il tasso di letalità.

Rispetto ai dati di inizio estate, inoltre, ci sono due fattori da considerare: ad oggi abbiamo meno morti, meno pazienti gravi. La maggior parte è asintomatica, e le terapie intensive respirano, visto che il numero dei pazienti ricoverati si è ridotto in maniera drastica ed è stabile da quasi due mesi. Le morti sono ferme ad una media di 4 persone al giorno. I tamponi, però, sono praticamente triplicati: si è passati dai 24.036 tamponi del 3 agosto ai 99.108 del 29 agosto, scrive Il Messaggero. I dati, cioè, sono relativi e vanno analizzati in base al contesto. Il dato dei positivi giornalieri va messo in relazione con i tamponi effettuati e con l’impatto dei contagiati sul sistema sanitario. I nuovi positivi, infatti, non sono i nuovi malati. Un allarme invece concreto è relativo alle conseguenze sulla salute mentale degli italiani. Ansia, stress, insonnia, depressione: sono solo alcune delle conseguenze del post lockdown. Ma si teme ce ne saranno altre.

Fonte: Adnkronos, Il Messaggero, Repubblica

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