Scuola: il Governo prevede nuove chiusure e programma le lezioni a distanza

Il Ministro della Salute Roberto Speranza, nel corso del summit con 53 Paesi in vista della riapertura delle scuole, ha parlato della necessità di programmare la didattica online in caso di future chiusure temporanee.

Mancano quindici giorni alla data prevista per la riapertura delle scuole ma le grane da risolvere sembrano essere ancora parecchie. Sia in termini di organizzazione sia in temini di sicurezza sanitaria. Il dicastero dell’Istruzione presieduto dal ministro Lucia Azzolina deve fare i conti con il problema delle cattedre vuote: delle assunzioni previste solo il 30% è andato a segno. E, inoltre, sempre più docenti stanno iniziando a presentare richiesta di esonero in quanto “lavoratori fragili“.

Il Comitato tecnico scientifico – a due settimane dal suono della campanella – non ha ancora inviato ai dirigenti degli istituti la circolare per chiarire in modo univoco quali lavoratori possono essere ritenuti fragili e, quindi, esentabili e quali no. Il dicastero della salute presieduto dal ministro Roberto Speranza, invece, deve fare i conti con la sicurezza sanitaria perché ripartire si deve, certo, ma senza compromettere la salute dei bambini e dei ragazzi e delle rispettive famiglie. Per evitare che si replichi in tutta Italia quanto accaduto a Verbania dove un istituto, dopo solo pochi giorni dalla riapertura, ha dovuto nuovamente chiudere per un caso di Covid. Il ministro Speranza – spiega la Repubblica – organizzatore del summit Oms Europa con altri 53 Paesi, ha sottolineato l’importanza della riapertura degli istituti scolastici non solatnto per la formazione culturale ma anche perché l’isolamento può danneggiare psicologicamente bambini e ragazzi. Specialmente laddove vi siano situazioni familiari di violenza. Tuttavia Speranza – in una nota congiunta con il direttore Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Hans Kluge – ha anche messo le mani avanti, in un certo senso, e ha parlato della necessità di programmare fin da ora una didattica online in previsione di nuove chiusure temporanee. Nella nota si legge: “E’ realistico preparare e pianificare la disponibilità all’apprendimento online. Le lezioni online saranno necessarie durante le chiusure temporanee, potranno essere necessarie durante la quarantena episodica e potranno integrare l’apprendimento scolastico in circostanze in cui i bambini dovranno alternare la presenza scolastica per rispettare le esigenze di allontanamento fisico nelle aule più piccole”.

Inoltre si è ribadita l’importanza di tenere i bambini a casa in caso di malattia. ma anche su questo fronte le indicazioni non sembrano ancora essere uniformi. Quale sarà il limite della temperatura corporea ammessa affinché uno studente possa entrare a scuola? Fino ad oggi si era parlato di 37.5 ma c’è chi preferirebbe che la soglia consentita fosse abbassata a 37.1. Tra i sostenitori di questa proposta il microbiologo dell’Università di Padova, il professor Andrea Crisanti. Quest’ultimo – riferisce Il Fatto Quotidiano – come già il collega del Sacco, l’infettivologo Massimo Galli, ritiene che la temperatura vada misurata a scuola e con un unico termometro e non a casa in quanto strumenti differenti potrebbero fornire risultati molto diversi. Ma Crisanti si spinge oltre Galli e propone di abbassare il limite consentito per l’ingresso: “La soglia andrebbe abbassata a 37.1 per poter entrare in aula. Le misure vanno applicate in maniera rigorosa, bisogna evitare di sbagliare due volte”.

Samanta Airoldi

Fonte: Repubblica, Il Fatto Quotidiano

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