Il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese chiede l’aiuto di Giuseppe Conte per la gestione del dossier migranti. Il premier è paralizzato dai problemi. E cerca di guadagnare tempo.
A meno di un mese dall’accordo ottenuto con la Tunisia, che prevede – riporta Il Fatto Quotidiano, il rimpatrio nel paese nordafricano di 80 persone a settimana, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sembra abbandonato dal Governo e non trova più il modo di gestire la situazione degli sbarchi e dei salvataggi dei migranti in mare. Anche se il ministro continua a insistere sul fatto che non c’è una vera emergenza – “basta fare il confronto con il 2011”, dice – i retroscena della questione migratoria al Viminale, riportati da Repubblica, raccontano tutt’altra storia. Mentre Giuseppe Conte è calato in un silenzio tombale, e non ha mai alzato la voce per difendere l’operato del ministero dell’Interno nelle ultime settimane, la Lamorgese ha bisogno di una strategia definita sulla gestione degli sbarchi. E lo chiede a Conte, dopo settimane difficili, in cui si è impegnata a difendersi dagli attacchi delle opposizioni – ma anche da “fuoco amico” come è il caso del sindaco di Trapani, il dem Giacomo Tranchida, che ha negato lo sbarco di 250 migranti al porto della città. Basta toppe, è il messaggio che arriva dal Viminale a Palazzo Chigi. Il ministro sa bene che il momento è delicato, ma non può più giocare da solo. È preoccupato perché gli arrivi rischiano di aumentare e Matteo Salvini, a poche settimane dalle elezioni Regionali, potrebbe cavalcare la crisi. Anzi, già lo sta facendo. E per pararlo, non basta più l’approccio tecnico del Viminale, ma occorre un’indicazione politica per decidere, ad esempio, come alleggerire la pressione sulla Sicilia senza però creare problemi con altre amministrazioni, molte delle quali alle prese con le campagne elettorali. Il problema, fanno sapere dal Viminale, non sono i più di mille migranti sbarcati, che sarebbero gestibili. Il cruccio sono le navi delle Ong tornate in mare e, che hanno iniziato a intervenire. È il caso della Sea Watch 4 e della Louise Michel, che hanno già soccorso centinaia di persone nel Mediterraneo.
La risposta di Conte al richiamo della Lamorgese sembra essere, per ora, un nulla di fatto. Travolto dai problemi, il presidente del Consiglio avrebbe sostenuto, nelle ultime ore, il rinvio della modifica dei decreti sicurezza per ottobre, sposando così la linea del Movimento 5 Stelle. La paura del premier è che qualsiasi intervento incentivi nuove partenze. Conte compra altro tempo e spera che il semestre di Presidenza tedesco dell’Unione produca una riforma complessiva del dossier migranti. La paralisi di Conte può essere molto scomoda per molti membri del suo Governo, come la Lamorgese o il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, che si trovano proprio sul campo di battaglia nella gestione di due dei temi più caldi dell’estate: la scuola e i migranti. C’è chi, provocatoriamente, inizia a definirlo “Conte, il muto”. Ma l’assordante silenzio del premier, anche sul caso Sicilia e sulla riapertura delle scuole, si legge su Avvenire, sarebbe una strategia ben precisa, che punta a superare senza particolare danni le prossime tre settimane, concentrandosi sui temi ai quali è legato gran parte del suo futuro politico. Tra i quali la conversione del contestato decreto che proroga l’emergenza sanitaria al 15 ottobre.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, Repubblica, Avvenire