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Estera

“Abbiamo un cadavere a bordo, dateci un porto”. L’imbarcazione dei migranti chiede aiuto

L’emergenza migranti prosegue: una nave finanziata dall’artista Bansky denuncia scarsa collaborazione da parte dell’Unione Europea.

 

Ancora una volta, una nave carica di migranti lancia un disperato SOS che viene però ignorato dall’Unione Europea. Stavolta, si tratta di un’imbarcazione finanziata da Bansky, il noto street artist, denominata “Louise Michel” in onore di un’anarchica francese attiva nel diciannovesimo secolo. L’imbarcazione – utilizzata in passato dalla marina francese e battente bandiera tedesca – è lunga 31 metri e al momento – riferisce La Repubblica – sta trasportando 219 persone a cui si aggiungono i 10 membri dell’equipaggio, un carico di vite umane troppo grande per il natante che fatica a manovrare. Dopo aver soccorso 89 migranti che rischiavano di affondare con il loro gommone di fronte alle coste libiche, la nave di Bansky ha incontrato durante la navigazione un altro barcone in difficoltà, caricando a bordo i 130 profughi che rischiavano la vita. Poche ore fa, il disperato appello: “Abbiamo un morto a bordo: le persone che abbiamo soccorso hanno subito un grave shock, chiediamo alla marina maltese ed italiana assistenza per lo sbarco” riporta Fanpage. Su Twitter, il comandante della nave Pia Klemp rincara la dose: “Siamo in stato di emergenza: Unione Europea, fai qualcosa adesso!”, il messaggio lanciato dal capitano della Louis Michel. Oltre alla drammatica notizia della presenza di un cadavere a bordo, l’equipaggio sottolinea che molti dei migranti raccolti dal secondo gommone sono feriti e presentano ustioni dovute alle perdite di benzina della loro vecchia imbarcazione o all’esposizione continua al sole.

Ancora una volta, infuriano le proteste delle ONG – prima tra tutte Alarm Phone – contro la blanda reazione dell’Unione Europea all’ennesima emergenza in mare: “La Sea Watch 4 che si trova a diverse ore di navigazione dalla Louis Michel è stata costretta ad invertire la rotta per assisterla. Tutto questo perchè l’Unione Europea non vuole intervenire. Vergognatevi”, protestano gli attivisti di Sea Watch. Mentre però in Italia i centri di accoglienza sono allo stremo – quattro gli sbarchi avvenuti stanotte che portano ad un totale di 1.050 persone gli ospiti dell’hotspot di Lampedusa – paesi come Malta respingono sistematicamente gli sbarchi e si rifiutano di intervenire in gravi emergenze come queste senza nemmeno giustificarsi. Anche la Louis Michel si trovava in un area Sar – search and rescue – di competenza maltese in quanto più vicina alle coste dell’isola, parte dell’Unione Europea.

Adesso, il destino della nave carica di migranti finanziata da Bansky rimane incerto. Lo stesso autore, anonimo ma che si suppone sia originario di Bristol, ha più volte criticato la politica con cui l’Unione Europea sta gestendo l’emergenza umanitaria in corso nel Mediterraneo. La Louis Michel è stata messa a disposizione delle Ong dall’autore che intende fare la sua parte nel soccorso delle centinaia di persone che rischiano la vita in mare: “Ho fatto delle opere sull’immigrazione ma non voglio tenere i soldi, intendo usarli per finanziare le ONG”, dice un comunicato dello street artist che ha decorato la nave con il disegno di una bambina con un salvagente a forma di cuore indosso. Purtroppo, la situazione rimane invariata da troppo tempo con gli hotspot italiani sovraffollati, alcune nazioni che preferiscono guardare altrove e soprattutto i vertici dell’Unione Europea che tacciono o non riescono a trovare una soluzione che possa gestire la grave emergenza umanitaria.

 

Fonte: Fanpage, La Repubblica, Louis Michel Twitter, Sole 24 Ore

Pubblicato da
Manfredi Falcetta

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