L’Agenzia delle entrate sarebbe pronta ad inviare quasi 9 milioni di lettere ai contribuenti italiani, colpendo imprese, partite Iva e contribuenti. E’ finito, infatti, lo stop deciso durante il lockdown. E ora si paga il conto.
L’epidemia da Covid-19 potrebbe avere ripercussioni a lungo termine sull’economia mondiale. Non è solo un’ipotesi, confermata del resto dagli economisti di IHS Markit, quanto una realtà che prende piede giorno dopo giorno. Secondo gli esperti, il livello di disoccupazione in conseguenza al Covid ha portato danni, in termini di perdita di posti di lavoro e di reddito, che potrebbero rivelarsi permanenti. Questioni queste che ricadono nella crisi del mercato e degli investimenti, mentre ad aumentare è il debito. Secondo le stime, riportate da Il Sole 24 ore, il livello di Pil mondiale reale potrebbe essere del 2-5% inferiore rispetto a quanto previsto in uno scenario non pandemico entro il 2030. La previsione di agosto di IHS Markit vede una contrazione del 5,1% nel 2020 per una ripresa del 3,5% annuo fino al 2025, del 2,8% fino al 2030 e del 2,6% fino al 2040.
Per questo, la crisi economica innescata dal Coronavirus potrebbe indurre il Governo a stralciare milioni di cartelle esattoriali. Si avvicina infatti il 15 ottobre, giorno in cui termina la moratoria sulle cartelle decisa dai giallorossi durante i mesi del lockdown. E il 16 ottobre – salvo cambiamenti – l’Agenzia delle Entrate dovrà inviare quasi 9 milioni di lettere ai cittadini italiani, colpendo imprese, partite Iva e contribuenti. Per evitare rivolte sociali, però, si starebbe lavorando per la ricerca di un compromesso. Giuseppe Conte, scrive Il Giornale, potrebbe decidere di spostare l’invio delle cartelle ancora in avanti, prorogando il blocco. Ma i partiti di destra mirano ad ottenere una “nuova pace fiscale”, attraverso una rottamazione delle cartelle del 2019 e del 2020. E in contemporanea, il Governo lavora a una riforma del fisco, ipotizzando una rimodulazione dell’Irpef e dell’Iva. Eppure, la modifica della prima misura andrebbe tutt’altro che a vantaggio dei contribuenti. Sul tavolo c’è una sforbiciata alle aliquote, ridotte dalle attuali 5 a 3; una semplificazione del sistema delle agevolazioni fiscali con introduzione del modello tedesco; una correzione del bonus 80 euro; una rivisitazione dell’Iva. L’aliquota più bassa, dicono gli esperti, sarà ridotta di 1-2 punti; mentre per finanziare la riforma fiscale si cercano almeno 15 miliardi di euro. I soldi dovrebbero arrivare soprattutto da una riqualificazione delle tax expenditures, i bonus attraverso i quali gli italiani riducono il carico delle tasse da pagare.
Fonte: Il Giornale, Il Sole 24 ore