Il Governatore della Sicilia Nello Musumeci e il Governo continuano il “braccio di ferro” sull’ordinanza inerente lo sgombero dei Centri sociali dell’isola.
E’ quasi un cortocircuito, ormai, quello che si è generato tra Regione Sicilia e Governo in seguito alla ormai famosa ordinanza emanata dal Presidente regionale Nello Musumeci. Dal momento in cui il numero uno di Palazzo d’Orléans ha imposto il completo svuotamento dei Centri d’accoglienza presenti sul territorio siciliano, si è aperto tra lo stesso Musumeci, il Premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese un contenzioso sulla legittimità del provvedimento. Come riporta La Stampa, il Viminale ha ribadito che la competenza sulla gestione degli sbarchi è esclusivamente nazionale. Concetto confermato anche dallo stesso Musumeci nel corso di una conferenza stampa. In particolare, il presidente della Regione Sicilia ha fatto riferimento all’articolo 31 dello Statuto della Regione siciliana – che pone la Polizia di Stato alle dipendenze della Presidenza della Regione – non quale “organo regionale”, ma quale “organo dello Stato” . Un articolo che il prmier Conte sembra considerare “morto e sepolto” in quanto non compatibile “con le norme costituzionali”.
Eppure le cose non stanno esattamente così. Da quanto emerge non è competenza del Presidente del Consiglio, ma della Corte Costituzionale, esprimere valutazioni sulla costituzionalità degli Statuti Regionali. E l’articolo 31, attribuisce proprio al presidente di Regione le competenze per il mantenimento dell’ordine pubblico sul territorio, e specifica inoltre che per farlo il governatore possa avvalersi delle forze di polizia. Al comma 2, poi, si legge che “il Governo dello Stato potrà assumere la direzione dei servizi di pubblica sicurezza, a richiesta del Governo regionale, congiuntamente al presidente dell’Assemblea e, in casi eccezionali, di propria iniziativa, quando siano compromessi l’interesse generale dello Stato e la sua sicurezza”. In altre parole, la gestione dell’ordine pubblico in Sicilia fa capo alla Regione, salvo che non sia lo stesso Musumeci a chiedere la collaborazione del Governo nazionale o che non vi siano condizioni tali da ritenere che la questione riguardi “l’interesse generale dello Stato“, definizione scivolosa e che può prestarsi a diverse interpretazioni. La questione, quindi, è da dirimere in punta di diritto. Quel che è certo è che su questa materia – come sottolineato da TPI – si è espressa anche la Corte Costituzionale, che ha prima ribadito la competenza regionale sull’ordine pubblico e poi confermato la vigenza dell’articolo 31 nella sentenza n. 345/2001.
Ed è qui che si arriva al cortocircuito: l’ordinanza, infatti, è stata emessa ma – per ora – non attuata dalla Regione Sicilia, che contemporaneamente si è vista imporre uno stop dal Governo nazionale.
Rimangono due certezze: da una parte, la non facile applicazione dell’ordinanza – svuotare gli hotspot e trasferire i migranti fuori dalla regione Sicilia, infatti, prevede necessariamente un luogo alternativo di destinazione, che per ora non c’è – e dall’altra l’assoluta necessità di intervenire per decongestionare i centri di accoglienza siciliani.
Fonti: La Stampa, TPI
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