Scuola: a meno di un mese è caos su aule, banchi e trasporti. Il Premier convoca il Governo

Il Premier Giuseppe Conte convoca d’urgenza i ministri a Palazzo Chigi. Il commissario Domenica Arcuri assicura che i banchi monoposto arriveranno in tempo. Ma è rebus sui trasporti.

La ripartenza della scuola è al centro del vertice convocato d’urgenza dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri pomeriggio a Palazzo Chigi. A giorni dalla pubblicazione del protocollo per la riapertura, elaborato dai ministeri di Salute e Istruzione insieme a un pool di esperti provenienti da altre istituzioni competenti, il Premier vuole capire come si risolveranno i tanti punti in sospeso, prima che milioni di studenti ritornino alle aule il prossimo 14 settembre. Le incognite sono ancora diverse: il ritardo nella consegna dei banchi monoposto, la predisposizione degli spazi dove tenere le lezioni – di responsabilità degli enti locali – e poi tutte le difficoltà nell’organizzare il servizio di trasporto per portare gli alunni a scuola mantenendo un metro di stanza. Tutte incognite che potrebbero riguardare ben 150.000 studenti – riferisce il Corriere della Sera. Sui banchi monoposto, il commissario per la Scuola, Domenico Arcuri – ha rassicurato Conte – garantisce che le postazioni verranno consegnate in tempo. Ad alcuni edifici scolastici della Capitale, in effetti, sarebbero già stati recapitati. Ma il nodo più difficile da sciogliere resta quello dei trasporti, per il quale non è stato elaborato nessun protocollo. Per questo è previsto un incontro in giornata tra i ministri dell’Istruzione Lucia Azzolina, dei Trasporti Paola De Micheli, e della Salute Roberto Speranza che dovranno elaborare le linee guida da sottoporre, in un secondo momento, alle Regioni.

E non si placcano le polemiche sull’applicabilità delle regole stabilite finora relative all’uso delle mascherine da parte degli studenti più piccoli, i bambini di 6 o 7 anni. Per Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali e ordinario di Infettivologia all’Università di Roma Tor Vergata, si tratta di una soluzione “poco realizzabile”. “Le regole per la ripresa della scuola sono corrette in linea teorica, ma la reale applicabilità lascia perplessi” – riporta il Messaggero. Per Andreoni, l’imposizione di una direttiva che, “si sa fin dall’inizio”, verrà in gran parte disattesa, non è la soluzione migliore. In vista dell’esigenza di riaprire le scuole – e anche con la consapevolezza che ci saranno inevitabilmente dei focolai scolastici – distanziamento, mascherina e igiene restano fondamentali, ma va “potenziata la sorveglianza” – conclude l’esperto.

Fonti: Corriere della Sera, Il Messaggero

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