Contagi in ascesa, timori di un secondo Lockdown, un ristoratore si suicida

Un ristoratore di 44 anni si suicida a Firenze: aveva comprato una pizzeria poco prima del lockdown.

 

Aveva due figlie ed una moglie Luca Vanni il 44enne ristoratore di Firenze morto suicida in queste ore. Poco prima del lockdown l’uomo aveva acquistato con i suoi risparmi una pizzeria, un’attività che gli avrebbe permesso di dare una svolta alla sua vita – secondo chi lo conosceva – ma il Coronavirus e la quarantena imposta dal governo hanno frantumato le sue speranze. Il Corriere della Sera riferisce che l’uomo si è ritrovato a dover pagare un mutuo – che pure era stato sospeso durante la quarantena – troppo alto per i magri incassi del locale. Disperato e scoraggiato, ha deciso di farla finita: “Era molto demoralizzato ma non ci saremmo mai aspettati che arrivasse a tanto. Ci avevo parlato pochi giorni fa, diceva che non ci saremmo ripresi prima del 2023 e che vedere i locali chiudere lo angosciava” – racconta un amico che adesso non riesce a darsi pace per non aver capito le intenzioni dell’uomo. Anche il fratello non si capacita dell’accaduto: “La nostra attività è sempre stata pulita ed onesta, non abbiamo mai fatto debiti con nessuno. Il lockdown ha reso tutto molto difficile per mio fratello”. E – riferisce la Repubblica – ha aggiunto che il timore più grande di Luca, più ancora dei debiti, era l’ipotesi di un nuovo lockdown: “Si parlava di una nuova chiusura, di un secondo lockdown: è questo che lo ha reso fragile. Il problema è l’incertezza per il futuro”.

L’imprenditore si è tolto la vita nel locale situato in Piazza Santa Croce, una delle zone più rinomate del capoluogo toscano. Aldo Cursano, presidente della Confcommercio, si è pronunciato riguardo la tragedia: “E’ una grande sconfitta per tutti noi, nessuno escluso. Il nostro ruolo adesso è sostenere gli imprenditori in difficoltà. Anche se i motivi economici fossero solo una parte delle ragioni dietro il suo gesto, non riesco a non pensare che con una semplice telefonata si sarebbe potuto prevenire l’ennesimo dramma”, le sue parole. Il vice presidente del consiglio regionale ha definito l’accaduto: “Solo la punta dell’iceberg di un malessere diffuso che accompagna la categoria dei ristoratori e degli imprenditori in questo periodo difficile”. Il caso del ristoratore suicida a Firenze in effetti non è purtroppo isolato: altri ristoratori ed imprenditori italiani, trovandosi di fronte ad una situazione economica e lavorativa disastrosa dopo il lockdown, hanno compiuto l’estremo gesto.

Cursano insiste chiedendo al governo una maggiore attenzione per la situazione dei tanti proprietari di attività che come il ristoratore morto suicida a Firenze si trovano a dover pagare mutui ed affitti senza praticamente avere introiti: “Abbiamo lottato in ogni sede possibile per far si che il governo erogasse aiuti consistenti per le categorie a rischio. Non si può abbandonare un settore che rappresenta un’eccellenza per il nostro paese. Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella si dice preoccupato per la situazione di tanti lavoratori suoi concittadini: “Dobbiamo essere vicini più che mai ai lavoratori. Alla famiglia del ristoratore va tutta la mia vicinanza”, ha dichiarato in un comunicato.

Fonte: Il Corriere della Sera, Repubblica

 

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