Il documento tecnico elaborato per la riapertura delle scuole conferma le indicazioni precedenti, ma restano dei nodi non risolti. E intanto è polemica tra il ministro Lucia Azzolina e i sindacati
Si chiude con due nodi non risolti il documento tecnico – arrivato ieri e messo a punto dall’ Istituto Superiore della Sanità, ministeri della Salute e dell’Istruzione, Fondazione Bruno Kessler, Regioni Veneto ed Emilia Romagna, – contenente le prime indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Coronavirus negli istituti da parte di scuole e famiglie. Primo nodo i docenti in quarantena, per i quali bisognerà trovare un modo affinché possano continuare a svolgere regolarmente la didattica a distanza. Il secondo problema, invece, riguarda il rientro a scuola dopo sospetto o conferma di Covid-19, coinvolgendo medici di famiglia e pediatri.
Per il resto, il documento non si scosta molto dalla versione anteriore pubblicata qualche giorno fa – riferisce Il Sole 24 Ore. Se uno studente risulterà positivo positivo, il dipartimento di prevenzione della Asl valuterà le decisioni da prendere, potendo scegliere la prescrizione della quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici e docenti esposti che si accertino come contatti stretti. Il criterio per la chiusura di una scuola o parte della stessa sarà il numero di casi confermati all’interno della comunità.
Mantenute poi alcune delle principali raccomandazioni già indicate nell’anteriore documento: la scuola dovrà identificare un referente scolastico per il Covid-19 specificamente formato, tenere un registro “Covid”, con gli eventuali contatti tra alunni e/o docenti e operatori di classi diverse, e richiedere la collaborazione dei genitori per la misurazione giornaliera della temperatura dell’alunno e segnalare eventuali assenze per motivi di salute, e che possano essere riconducibili al Covid-19. Il tema delle assenze sospette è infatti estremamente rilevante in quanto farà scattare la comunicazione del referente scolastico al dipartimento di prevenzione della Asl. Se infine si dovesse confermare il contagio di un docente, sarà ancora una volta il referente scolastico Covid-19 a fornire al dipartimento di prevenzione della ASL l’elenco dei compagni di classe e degli insegnanti che siano stati a contatto con il contagiato nelle 48 ore precedenti l’insorgere dei sintomi. I contatti stretti saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato, e lo studente positivo potrà rientrare una volta che si otterrà l’esito negativo a seguito della l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro; in questo caso, l’alunno è ritenuto clinicamente guarito.
Intanto scatta la polemica dopo che il ministro Lucia Azzolina, che conferma la riapertura delle scuole per il 14 settembre, ha parlato di “sabotaggio da parte di chi non vuole che ripartano”, riferendosi ai sindacati. La reazione di Cgil e Cisl non si è fatta attendere: “Polemiche gratuite e insensate che torneranno indietro come un boomerang”. A riportarlo il Fatto Quotidiano.
Fonti: il Sole 24 Ore, il Fatto Quotidiano
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