Quello del 3 agosto sarebbe stato il secondo tentativo di Viviana di togliersi la vita. Questa volta, però, portando con sè il figlio Gioele.
Ci aveva già provato Viviana a togliersi la vita. E meno di due mesi fa. Che la donna fosse affetta da paranoia ed avesse avuto una crisi mistica era già emerso in un documento medico, stilato dai medici dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto il 17 marzo scorso, sul suo stato di salute. Un secondo certificato, anche questo attestante problemi mentali, era stato elaborato dallo stesso ospedale a fine giugno, in coincidenza del suo tentativo di suicidio. Lo riporta il Corriere della Sera. I due certificati sono stati trovati qualche giorno fa nel cruscotto dell’auto di Viviana, la Opel Corsa che è stata abbandonata in galleria. Perché li tenesse lì è un ulteriore elemento sul quale sta indagando la Procura. Forse i certificati li teneva sempre con sé per paura che altre persone li scoprissero e portassero via il figlio Gioele, al quale era tanto attaccata? L’ipotesi non è da escludere visto che, nello stato mentale in cui si trovava, Viviana avrebbe delle manie di persecuzione, come ha sostenuto la cognata, Mariella Mondello.
La rivelazione potrebbe portare gli inquirenti sempre più vicini alla verità, e l’ipotesi investigativa dell’omicidio-suicidio si rafforza: il 3 agosto Viviana voleva compiere il secondo tentativo di togliersi la vita, questa volta portando con sé suo figlio Gioele. Aveva quindi mentito al marito, dicendo che sarebbe andata a Milazzo per comprare delle scarpe al bambino, e avendo avuto la cura di lasciare il cellulare a casa per non essere rintracciata. Poi si era diretta a un viadotto dell’autostrada Messina-Palermo, molto lontano da casa sua, e da lì voleva buttarsi, tenendo in braccio il piccolo Gioele. Questa sarebbe stata l’idea iniziale di Viviana, la quale però non contava sull’incidente fatto in galleria, che le ha fatto cambiare il piano. Il Procuratore di Patti, Angelo Cavallo, ha ammesso che tale ipotesi investigativa è stata supportata da un primo responso dei medici legali e dai vari periti che lavorano al caso. I periti, ha spiegato il Procuratore, si sono riservati di fornire gli esiti complessivi tra qualche mese, soprattutto quelli istologici.
Intanto, a due giorni dal ritrovamento dei resti di Gioele a circa 400 metri dal traliccio dove era stato rinvenuto il corpo della madre, presso la caserma Calipari di Messina dove si trova la polizia scientifica è stato prelevato il DNA di Daniele Mondello e del padre di Viviana, Luigino Parisi. I test sul DNA saranno necessari per la comparazione con i resti umani del bambino. Riferisce Fanpage.
Fonti: Corriere della Sera, Fanpage