Dalla periferia romana al grande successo, il percorso di vita di una donna che non ha esitato ad attaccare Salvini a testa bassa.
Non un passo indietro. E’ questo il messaggio che Elodie Di Patrizi, 30 anni, tante hit in classifica e un carattere d’acciaio, sembra voler lanciare al pubblico italiano. Dopo le polemiche seguite alla sua intervista al Corriere della Sera, in cui attaccava frontalmente la Lega e Matteo Salvini, la cantante romana ha reagito coraggiosamente agli insulti ricevuti. E lo ha fatto come sempre a modo suo: testa alta e la volontà chiara di far valere le sue ragioni e le sue opinioni, di mostrarsi al pubblico per quella che è.
Non fa nulla per nascondere le sue origini, un passato burrascoso che ha contribuito a formarla per la persona che è oggi. “Io so’ coatta“, disse nel corso di un’intervista per Vice. Cresciuta nella periferia romana, nel quartiere di Quartaccio, Elodie racconta senza giri di parole le sue prime esperienze. Come riporta Il Fatto Quotidiano, la sua infanzia non è stata delle più semplici: un rapporto difficile con i genitori, responsabili di un ambiente in cui la violenza non era esattamente sconosciuta e in cui lei cercava soprattutto di proteggere la sorellina. E poi l’adolescenza come cubista nelle discoteche, proprio il mestiere che aveva fatto la madre e per cui tanto, da bambina, Elodie si era arrabbiata. “Lo trovavo un lavoro da poco di buono, ma il destino gioca, si diverte“, dice oggi. E su quel cubo ha dovuto imparare a difendersi da chi pensa di poter allungare le mani a suo piacimento. Anche, forse soprattutto, se a pensarlo è il titolare del locale, il tuo datore di lavoro. Non solo: ha imparato a difendere se stessa dalle idee e dai pregiudizi di chi le sta intorno. Cose tutt’altro che semplici per una ragazzina, a maggior ragione se “già la tua vita è precaria: non sai se arrivi alla fine del mese, non hai i termosifoni, non hai l’acqua calda. Tua madre che non c’è, tuo padre non si capisce che lavoro fa…“. Insomma, un quadro che lascia bene intendere come sia impossibile, per una donna così, lasciarsi intimorire da una polemica con questo o quel politico, tanto meno dagli insulti sessisti o razzisti che arrivano sui social. Anche perchè il rapporto tra uomo e donna e le sue origini – la madre è francese di origini creole . sono temi sui quali si è già più volte espressa pubblicamente, dimostrando di saltare a piedi pari gli insulti beceri che a volte riceve sul web. Pensiamo a quando, soprattutto nei primi anni di carriera, veniva spesso definita come “la tipa di Marracash” – per via della maggior fama del suo compagno . e lei non ci stava, non ci sta: “Io sono Elodie. Poi, sono anche la tipa di Marra” e ancora: “Sono una donna forte e indipendente, anche se vengo associata a lui, e sono orgogliosa di questo“.
Insomma, la strada per lei è stata lunga e tortuosa e forse è proprio per questo motivo che non dimentica mai le sue origini. Al contrario, le porta con sé in ogni momento: che sia su un palco o con gli amici, davanti a una telecamera o di fronte a un politico, Elodie ricorda le strade e i volti di Quartaccio, uno dei tanti quartieri periferici dimenticati del nostro paese da cui è difficile emergere, in cui è difficile trovare un’opportunità. Un posto in cui “la sensazione è quasi che le cose siano fatte per lasciarti là. Come per dire: rimanete qua, non interagite con il resto della società”. Lei ce l’ha fatta e non ha certo intenzione di fermarsi adesso: non un passo indietro.
Fonte: Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Vice
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