Dopo 15 giorni il corpo del piccolo Gioele è stato ritrovato grazie a un ex carabiniere volontario. Il papà del bambino, Daniele Mondello, avanza dubbi sulle ricerche effettuate.
“Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti, mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche”. Così ha scritto su Facebook – nella notte tra mercoledì e giovedì – Daniele Mondello, papà di Gioele e vedovo di Viviana Parisi. Il messaggio è arrivato al termine di una giornata intensa: mercoledì 19 agosto un carabiniere in pensione, che stava volontariamente contribuendo alle ricerche per il ritrovamento del corpo del bambino, ha segnalato la presenza di resti ossei compatibili a circa 400 metri dal traliccio dove era stato rinvenuto il corpo della madre. Non è escluso – sottolinea il Corriere della Sera – che i resti possano essere stati trascinati sul luogo dagli animali recentemente, e per questo i precedenti 15 giorni di ricerche ufficiali si erano conclusi con un nulla di fatto. Ma le domande restano, come afferma nel suo post Daniele Mondello: “La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia”. Un’osservazione legittima, prima di passare ai ringraziamenti per chi ha contribuito alle ricerche del piccolo.
La giornata di ricerche era stata organizzata proprio da papà Daniele tramite un appello su Facebook. Dopo cinque ore, la segnalazione. Poi l’attesa. E mentre gli uomini della Protezione civile, Vigili del fuoco e poliziotti, facevano la spola tra il luogo del ritrovamento e i mezzi, il Corriere della Sera ha raccolto le dichiarazioni dei familiari presenti. Come quella del nonno Letterio Mondello: “Certo che se l’avessero trovato loro qualche giorno dopo la scomparsa, avremmo potuto almeno fargli una carezza, dargli una sepoltura dignitosa, invece oggi, a distanza di sedici giorni, ci restituiranno solo qualche resto di Gioele. La mia rabbia è che non possiamo neanche vederlo per il riconoscimento”. La famiglia Mondello, infatti, non ha neanche potuto salutare il bimbo: ridotto in quello stato era irriconoscibile, vederlo sarebbe stata solamente una sofferenza in più. Eppure il nonno non lo accetta: “Non ho potuto vedere mia nuora, e adesso m’impediscono di vedere anche mio nipote. Che gli hanno fatto, com’è ridotto, perché tanto accanimento?”. E in un attimo monta la polemica con Pietro Venuti, uno dei legali della famiglia. Si chiede l’avvocato: “Come mai non è stato trovato prima? Io ho rappresentato le mie perplessità dopo aver fatto un sopralluogo di 3 ore e mezza, guardando la morfologia del territorio”.
Fonti: Corriere della Sera, Daniele Mondello Facebook
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