Gli esperti convergono sulla chiusura delle discoteche, ma preoccupa l’avvicinarsi della ripresa delle scuole a settembre. La data è il 14, per il momento. Ma ancora nulla è certo.
In un momento così delicato per il Paese – dopo una settimana caratterizzata da un preoccupante aumento dei contagi – sono ancora tanti i fronti aperti in merito alla gestione della pandemia, che è tutt’altro che acqua passata. Il governo non è ancora riuscito a risolvere il rebus della riapertura delle scuole, prevista per il 14 settembre, e l’aumento dei contagi mette in rischio la ripresa della “nuova normalità” tanto attesa per settembre. Se da una parte gli esperti convergono sulla decisione del governo di chiudere le discoteche, dall’altra avvertono che i veri problemi sono ben altri. Per il virologo Andrea Crisanti, il nodo sarà la ripresa delle lezioni. Sulla stessa linea il direttore di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, il professor Massimo Galli “A settembre, tra scuole e lavoro ci sarà il mondo in giro. E non ci possiamo permettere assembramenti, bisogna scaglionare tutto”. Per l’infettivologo – intervistato dal Giornale, – se non ci organizziamo, si rischia di finire come Francia e Spagna, che stanno molto peggio di noi. “Sulla scuola” – prosegue Galli – “più che preoccuparsi per i banchi e per distanziamenti dal successo improbabile, è necessario concentrarsi su prevenzione e sorveglianza sanitaria”. Test rapidi, insomma, per verificare gli anticorpi di personale e studenti oltre alla misurazione della febbre all’ingresso di ogni istituto. Per l’esperto, è tempo di ripristinare una presenza sanitaria nelle scuole, nell’ambito di una revisione completa della medicina territoriale. “Servirebbe certo assai di più dei nuovi banchi” – conclude.
A pochi giorni dalla presentazione delle indicazioni per la gestione dei casi e focolai di Covid nelle scuole, ieri il Comitato Tecnico Scientifico ha incontrato il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e il commissario Domenico Arcuri per affrontare il problema della deroga al metro di distanza in classe – riporta il Corriere della Sera. Per il coordinatore del Comitato, Agostino Miozzo, la si potrebbe ammettere solo per una o due settimane al massimo, durante le quali gli alunni sarebbero costretti a indossare la mascherina non più solo quando si alzano dal banco, ma anche da seduti e per tutto il tempo delle lezioni. Ma oltre a essere una soluzione poco realistica, non risolve il problema dei ritardi nella consegna dei banchi, che è prevista a scaglioni fino alla fine di ottobre. Come si dovranno comportare le scuole in questo mese e mezzo di apertura non è ancora chiaro. E anche per questo il ministro Azzolina insieme al commissario Arcuri ha incontrato i presidi e i sindacati. Nell’incontro, è stato assicurato che la distribuzione dei primi banchi monoposto agli istituti inizierà dal 7 o 8 settembre, e che sono previste sanzioni per le imprese che consegneranno in ritardo.
Con l’incontro, il governo ha cercato anche di placare le proteste dei dirigenti scolastici nate a causa delle incertezze nella gestione della riapertura. Ma i sindacati sono ancora sul piede di guerra per l’onere che potrebbe ricadere sulle scuole, relativo alla gestione dei test sierologici che dovranno essere realizzati e che, in teoria, sarebbero di responsabilità delle ASL. A riportarlo il Messaggero.
Fonti: Il Giornale, Corriere della Sera, Il Messaggero