E’ finita come sembrava destinata a finire, ma l’epilogo è comunque sconvolgente. E’ stato ritrovato Gioele, o meglio, quello che resta di lui. Molto poco, dopo tutti questi giorni passati a cercarlo, disperatamente.
Resti ossei che sembrano quelli di un bambino, una maglietta che assomiglia “al 99 cento” a quella di Gioele. Poi dei peli che potrebbero essere di un animale. E dopo qualche ora nella stessa zona la testa. Arriva una svolta nella drammatica vicenda del piccolo di quattro anni che non si trova da quindici giorni e della madre, Viviana Parisi, trovata morta l’8 agosto sotto un traliccio. Poco distante, a circa 700 metri, le tracce segnalate da uno dei volontari che oggi ha risposto all’appello del padre del bambino per partecipare alle ricerche. È un carabiniere in congedo. Poco dopo le 12, ha lanciato l’allarme.
Il carabiniere si chiama Giuseppe Di Bello e ha 55 anni. “L’ho trovato dove nessuno l’aveva cercato”, dice. “Ho spostato dei cespugli e i resti erano lì”. Di Bello è originario di Capo d’Orlando (Messina) e stamattina è arrivato con un amico, Francesco Radici che lo ha accompagnato nelle campagne di Caronia. Il luogo del ritrovamento è a circa un chilometro dall’autostrada Messina-Palermo, lì dove il 3 agosto Viviana ha avuto un incidente e poi ha scavalcato il guardrail, portando il bimbo in braccio. Sulla montagna, è arrivato il procuratore di Patti Angelo Cavallo, accompagnato dagli investigatori della polizia e dal medico legale Elena Ventura Spagnolo. È stato trovato solo il busto di un bambino, ci sono anche alcuni resti ossei, gli animali potrebbero aver fatto scempio del corpo. E si fa strada sempre più l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. La madre, in preda a un forte disagio psichico negli ultimi tempi, avrebbe ucciso il figlio. E poi si sarebbe suicidata, lanciandosi dal traliccio.
I resti presumibilmente del piccolo Gioele ritrovati nelle campagne di Caronia, il tronco a circa 400 metri dal traliccio dove è stato trovato il corpo della madre Viviana Parisi, e la testa molto distante, sarebbero stati trascinati lì “o da maiali o da cani”. E’ quanto spiegano all’Adnkronos fonti investigative che sono sul luogo del ritrovamento. Da circa tre ore il procuratore capo Angelo Vittorio Cavallo e il medico legale Elvira Spagnolo sono sul posto per repertare i resti trovati. A questo punto, l’ipotesi più accreditata per gli inquirenti è quella che il bambino sia stato trascinato, non si sa se vivo o morto, sino al luogo in cui è stato trovato dal carabiniere in congedo Giuseppe Di Bello.
Il volontario: “Trovarlo è stato un dono di Dio”
“E’ stato un dono di Dio”. Così Giuseppe Di Bello, il carabiniere in congedo di 55 anni che ha ritrovato i resti umani di un bambino che “quasi certamente” è Gioele, risponde ai cronisti che gli chiedono come abbia fatto a trovare il corpo che da giorni si stava cercando. “L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato”, ha aggiunto Di Bello, spiegando di aver fatto il ritrovamento alle 10.28 e che il corpicino era “straziato da animali selvatici”.
“Era determinato a trovare quei poveri resti, munito di attrezzi. E’ partito presto per questo e li ha trovati purtroppo. E’ una cosa angosciosa”: così Francesco Radici, l’amico del carabiniere in congedo, Giuseppe Di Bello, di 55 anni, che ha segnalato la presenza di resti ossei tra i cespugli di una collina di Caronia, che per gli investigatori quasi certamente appartengono a Gioele Mondello, il bimbo sparito 16 giorni fa, in braccio alla madre Viviana Parisi, trovata cadavere l’8 agosto, sotto un traliccio. Il militare dell’Arma, di Capo d’Orlando, aveva risposto all’appello del padre del piccolo, che aveva chiesto aiuto per le ricerche, appello cui hanno risposto oltre cento persone che hanno setacciato la zona non lontana dal traliccio. I due amici erano partiti insieme, poi si erano separati. Dopo la segnalazione dell’ex militare, sul posto si sono recati il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, gli uomini della Scientifica ed il medico legale.