Casaleggio, l’azienda fattura 2 milioni e chiede 25mila euro allo Stato: “Sono per gli stipendi”

Casaleggio associati si difende dalle accuse di conflitto d’interesse: la garanzia dello Stato sarebbe servita a pagare gli stipendi degli impiegati.

Salvaguardare gli stipendi del personale ed evitare la cassa integrazione. Sono questi i motivi che avrebbero portato la Casaleggio Associati a chiedere la garanzia dello Stato per un prestito di 25mila euro, stando alle dichiarazioni rilasciate a La Repubblica dal partner della società Luca Eleuteri. L’azienda ha seguito il regolare iter di domanda e accettazione dell’aiuto pubblico, Queste le dichiarazioni di Eleuteri: “Non abbiamo chiesto alcun finanziamento a fondo perduto né alcun accesso alla cassa integrazione – ha specificato – ma come un milione di aziende dobbiamo far fronte al trend crescente nella nostra economia della dilazione dei pagamenti”. Una situazione che avrebbe consigliato la domanda dell’aiuto pubblico. Davide Casaleggio ha sempre respinto le accuse di questa natura: “i nostri utili sono meno di un qualunque stipendio di nomina governativa” ha scritto su FB. Ma già nel passato l’azienda è finita nel mirino delle critiche per le sponsorizzazioni alle sue ricerche da parte di società – anche pubbliche come Poste Italiane – interessate in qualche modo ai provvedimenti del Governo e per il mistero sui nomi dei suoi clienti. Marco Canestrari, ex-dipendente di Casaleggio Associati contesta il diritto dell’azienda ad accedere ai prestiti per l’emergenza pandemia, concessi a chi autocertifica di aver avuto un calo di ricavi a causa del coronavirus: “C’è una poracciata maggiore di un parlamentare che chiede il contributo Covid di 600€? Sí! L’azienda di #Casaleggio che fattura due milioni e chiede il prestito Covid di 25000€. La garanzia Covid è stata pensata per venire incontro ai cali di fatturato dovuti al lockdown. Casaleggio Associati verosimilmente l’ha invece aumentato“.

Per la Casaleggio associati l’ accusa di conflitto d’interessi è diventata frequente a partire dal 2018, quando il Movimento 5 stelle ha fatto il suo esordio al governo con la Lega. In quell’anno la società ha raddoppiato i ricavi a 2,05 milioni con utili che sono improvvisamente saliti da 20 a 181 mila euro. Davide Casaleggio comunque ha respinto questa lettura sulle fortune dell’azienda che, a suo dire, guadagnava di più prima della nascita del Movimento visto che nel 2007 aveva entrate per 2,7 milioni e 617 mila euro di utile: “Se fossi stato interessato ai soli soldi – ha detto – avrei forse potuto aspirare a una nomina da qualche centinaia di migliaia di euro di solo stipendio“.

Rassicurazioni a parte – fa notare Repubblica – negli anni scorsi sono stati diversi i sostegni economici da parte di sponsor. Non sono passati inosservati i 600mila euro pagati dalla Moby per un piano strategico e di comunicazione quando al ministero dei trasporti c’era Danilo Toninelli. Ma Davide Casaleggio, presidente dell’azienda, respinge ogni accusa rispondendo che è sempre avvenuto tutto in maniera legittima e legale.

Fonti: La Repubblica, Marco Canestrari Twitter

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