Prima missione della nave umanitaria Sea Watch 4, che torna in mare pronta a soccorrere i migranti in difficoltà. La situazione nel Mediterraneo è critica.
Mentre con ogni probabilità si dovrà attendere settembre per l’approvazione del nuovo decreto immigrazione che andrà a sostituire quello approvato dal precedente Governo, la Ong Sea watch torna in mare, questa volta insieme a Medici Senza Frontiere per “soccorrere le persone che l’Europa lascerebbe annegare”, si legge in un tweet della Ong. Salpata dal porto di Burriana, la Sea Watch 4 è diretta in zona Sar libica dove, informa Repubblica, ci sarebbero attualmente 65 persone su un gommone. 85 persone sarebbero invece a sud di Lampedusa, mentre altre due imbarcazioni- rispettivamente con 22 e 62 persone – sarebbero ferme in zona Sar maltese in attesa di soccorso. In totale, 234 migranti che chiedono aiuto da ieri nel Mediterraneo ma nessuno, tranne il centralino Alarm Phone, risponde.
È in questo scenario che si muoverà la Sea Watch 4, la nuova nave umanitaria della Ong tedesca, con l’aiuto della United4Rescue – coalizione voluta dalla EKD, chiesa evangelica tedesca, che raccoglie più di 500 soggetti della società civile. A bordo, anche un team di Medici senza frontiere. Per questi ultimi, si tratta di una missione necessaria, dal momento che il flusso de partenze dalle coste africane verso l’Europa – e tutta la tragedia umanitaria che ne consegue – non si è mai interrotto.
“Partiamo dal presupposto che prima o poi ci verrà assegnato un porto italiano. In teoria, potrebbe anche essere Malta, ma negli ultimi mesi il Paese ha resistito massicciamente“. A dirlo, l’austriaco Jacob Frumann, membro dell’equipaggio, riferisce Il Giornale. Sarà quindi l’Italia, molto probabilmente, ad essere chiamata in causa e la storia che potrebbe ripetersi è la medesima che ha visto coinvolta Carola Rackete con la Sea Watch 3, ora ferma per irregolarità. Stavolta, però, non c’è Matteo Salvini al Viminale e la palla è rimandata al Ministro dell’interno Luciana Lamorgese.
“Questa è la nostra risposta al blocco delle navi umanitarie: continuare a provare, perché non sappiamo e non possiamo fare altro. E perché ce lo hanno chiesto più di 500 organizzazioni della società civile europea, donandoci una nave che salvi le persone”. A dirlo, la portavoce della Ong tedesca che si è espressa sul ritorno in mare dell’imbarcazione in soccorso dei naufraghi, dopo che la precedente imbarcazione è stata sequestrata dalle autorità italiane. La situazione più grave, attualmente, è quella di un gommone con 65 persone a bordo in acque libiche, senza soccorsi da più di 24 ore. Intanto, sono in partenza per Tunisi il Ministro Luciana Lamorgese e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio insieme a due rappresentanti dell’UE, in una missione diplomatica volta a raggiungere un accordo con il governo tunisino. L’obiettivo è aumentare i rimpatri ma soprattutto fermare le partenze, che sono cresciute esponenzialmente negli ultimi mesi.
Fonti: Repubblica, Il Giornale
Il morbo di Alzheimer è una delle malattie più devastanti del nostro tempo, colpisce circa…
Il tumore è una delle patologie più diffuse a livello globale, eppure poche persone…
Una nuova minaccia sta mettendo in allerta i cittadini italiani, e potrebbe provenire direttamente dal…
Un'opzione nascosta su WhatsApp che potrebbe cambiare il modo in cui usi l'app ogni giorno.…
Acquistare una nuova abitazione richiede un impegno economico rilevante. Che si tratti di una prima…
Sempre più aziende permettono ai propri dipendenti di lavorare in smart working, ovvero di svolgere…