Secondo il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, non sono i migranti che arrivano in Sicilia a mettere a repentaglio la sanità in Italia.
Non sono tanto i migranti ad aver causato un aumento dei contagi quanto gli italiani che tornano dalle vacanze. Questo quanto sostenuto dal professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità. Pensiero che si allinea a quello dell’ex ministro Maria Elena Boschi secondo cui gli immigranti non c’entrano nulla con i nuovi casi di Covid. Locatelli, intervistato a proposito della recente impennata nei nuovi casi di Covid-19 nel nostro Paese, non ha molti dubbi a riguardo e ricorda per l’ennesima volta che l’emergenza non è ancora finita e che le regole di distanziamento sociale devono essere rispettate: “Le riaperture non sono state affrettate. Il problema è che bisognava prestare maggiore attenzione alle regole come l’utilizzo della mascherina e la scrupolosa sanificazione delle mani con gel e sapone” – le parole del medico riportate da Il Corriere della Sera. Le affermazioni di Locatelli sono perfettamente in linea con quanto affermava il Ministro della Salute Roberto Speranza poche settimane fa: “Le connessioni tra paesi sono forti in questo momento storico: il rischio maggiore sono i contagi di rientro, bisogna stare in guardia”.
E sono proprio i contagi di rientro – secondo Locatelli – ad aver fatto crescere i nuovi casi:“Non voglio usare termini stigmatizzanti come ‘serbatoio di infezione’ ma sicuramente i turisti che sono andati all’estero avrebbero dovuto seguire scrupolosamente le misure di sicurezza: stimiamo che il 25-40% dei nuovi infetti siano contagi di rientro”. Per quanto riguarda le responsabilità dei migranti nell’aumento dei contagi, Franco Locatelli ci ha tenuto a diffondere i dati raccolti dal Comitato tecnico scientifico – riporta Il Post: “Secondo i nostri dati il 3-5% dei nuovi casi di Covid sono stati causati dall’immigrazione. Molti dei profughi che si ammalano, in più, contraggono il virus in Italia, nei centri di accoglienza, dove il distanziamento è molto più complicato”. Il Cts si dice comunque timidamente ottimista per quanto riguarda la situazione sanitaria in Italia: “Non siamo di fronte ad una seconda ondata: ci saranno perdite economiche importanti ma è necessario regolamentare la movida e le attività ad essa correlate. Se saremo cauti, potremo riaprire le scuole a settembre”.
Fonte: Il Corriere della Sera, Il Post
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