Il Ministro degli Affari regionali Francesco Boccia lo aveva preannunciato ed è accaduto, oche ore dopo quelle parole. Il Governo ha deciso una stretta decisiva sui luoghi dell’estate più soggetto ad assembramento e a rischio contagio.
“Restiamo uno dei Paesi più sicuri al mondo per la sicurezza sanitaria; questa condizione non è casuale ma figlia dei sacrifici che abbiamo fatto e che vanno difesi. Ora è il momento di andare avanti ma limitando al massimo le attività che presuppongono contatti fisici e assembramenti incontrollabili. Utilizziamo il passaggio parlamentare del dl agosto per ristorare le attività che subiranno perdite”. Sono le parole del Ministro Boccia che commentano la decisione del Governo di regolamentare il senso restrittivo i luoghi pubblici soggetti a movida: discoteche e non solo queste. In generale ogni locale dove si danza e dove il flusso delle persone è tale da creare un rischio di assembramento, giudicato fattore determinante nella trasmissione del Cronavirus. Per questo il Governo ha deciso di imporre l’obbligo di mascherina all’aperto in qualsiasi luogo dove possono formarsi assembramenti, dalle 18 alle 6 del mattino. La decisione è maturata nel corso della riunione tra i Governatori e Ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Il Governo ha fatto venire meno la deroga al Dpcm che ha finora consentito ai presidenti di Regione di aprire le discoteche.
Gli oltre 600 contagi di ieri, la crescita costante dei numeri, i ragazzi ricoverati in condizioni severe spaventano il Governo ed il Comitato tecnico scientifico. Ieri il coordinatore del Cts Agostino Miozzo e l’assessore regionale alla Salute del Lazio Alessio D’Amato avevano sollecitato interventi del governo.Il Governo ha dunque rotto gli indugi. Il confronto, riferisce Repubblica, non sarebbe stato facile anche a motivo dei pesanti contraccolpi economici dell’iniziativa, che va ad impattare un settore in crisi profonda a causa del Lockdown. Alcuni governatori avrebbero fatto resistenza chiedendo di procrastinare la chiusura almeno di una settimana,
Ai gestori dei locali, così come era stato prospettato dal Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli verrà fornito un sostegno . Sul tavolo per il momento ci sono 100 milioni di euro. “Il danno atteso dalla chiusura delle discoteche è grosso ma non vedo alternative, serve maggiore attenzione per evitare di tornare ai dati di marzo – ha commentato il Ministro – Faremo il possibile per dare un sostegno economico alle attività che avranno delle perdite, trovando delle poste di ristoro specifiche anche nel dl agosto“.
I ministri Speranza e Boccia avevano già avvertito i governatori che appena 48 ore fa avevano chiesto di non adottare alcun provvedimento lasciando alle singole Regioni la responsabilità di prendere misure più restrittive come hanno fatto Stefano Bonaccini e Luca Zaia in Emilia-Romagna e Veneto disponendo che si potesse ballare solo con la mascherina e con i locali a capienza dimezzata.
La maggior parte delle Regioni si sono dimostrate d’accordo con le nuove misure del governo, tranne il Friuli Venezia Giulia che ha espresso contrarietà. Il presidente Massimiliano Fedriga ha chiesto “di individuare una mediazione, quale l’introduzione dell’obbligatorietà delle mascherine sulle piste da ballo, che potesse garantire agli esercizi interessati di poter proseguire le loro attività”. Norme anti coronavirus, siamo entrati in tre discoteche: molti non rispettano le regole
Fino ad oggi solo Calabria e Basilicata hanno chiuso le discoteche, gli atri hanno ceduto alle istanze dei gestori dei locali che a luglio e in questi primi 15 giorni di agosto hanno cercato di riprendersi dopo il lungo lockdown con incassi di tutto rispetto. Ma la curva è in netto peggioramento e la priorità del governo è assicurare la riapertura delle scuole tra meno di un mese in sicurezza.
Quella di stasera potrebbe essere l’ultima serata danzante dell’estate. Intanto il Silb (sindacato italiano locali da ballo) fa i conti con preoccupazione. Col nuovo stop all’orizzonte per le discoteche “sono a rischio quattro miliardi di euro”. A tanto ammonta infatti il fatturato annuale di questi esercizi in Italia. “Ad oggi solo il 10% dei circa 3.500 locali ha riaperto ed è questo che crea problemi? Da domani si rischierà di più con l’abusivismo”, dice Gianni Indino, presidente del Silb Emilia-Romagna. Dal governo, aggiunge, “finora non è arrivato un euro: ora chiederemo compensazioni, anche Iva al 4% e Cig ai nostri lavoratori”. Domani, annuncia Indino, si riunirà il direttivo nazionale del Silb e si discuterà dell’ipotesi di un ricorso di urgenza al Tar per il ripristino delle modalità di apertura dei locali