Vietato aprire nuovi ristoranti fino al 2022, l’idea del PD per superare la crisi

Fa discutere l’emendamento voluto da un senatore del Partito Democratico che mette un freno alle aperture di nuovi ristoranti fino a dicembre 2021. Si rischia il blocco del settore.

 

Il Decreto Agosto – la manovra da 25 miliardi di euro che dovrebbe far ripartire l’Italia – rischia invece di portare il Paese in tutt’altra direzione. Dopo le tensioni tra PD, Italia Viva, CGIL, UIL e Confindustria sul nodo dei licenziamenti, ora spunta la sorpresa: una proposta di emendamento che dovrebbe essere discussa nei prossimi giorni e che pone il divieto di apertura di nuovi ristoranti almeno fino al 31 dicembre 2021 – riferisce il Corriere della Sera. Si andrebbe così verso la sospensione della legge Bersani, il cosiddetto “pacchetto liberalizzazioni” proposto dall’allora Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani durante il Governo Prodi. La proposta porta la firma di Dario Parrini senatore del PD – stesso partito di Bersani – che a quanto pare sta prendendo una piega dirigista che ha già sollevato polemiche. Il primo a protestare è stato Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, associazione che riunisce la produzione agricola e l’industria alimentare e della distribuzione. “Non era questo che intendevamo quando pensavamo che l’emergenza Covid avrebbe potuto aiutarci a guardare al futuro” – ha commentato Scordamaglia. Con un giro di affari di 86 miliardi di euro nel 2019 – il dato più alto in Europa dopo Regno Unito e Spagna – la ristorazione è un settore vitale per l’economia italiana e legato a doppio filo all’industria agroalimentare, che ha visto una perdita importante, difficile da riprendere anche a medio termine: -60% sul vino, -45% sui formaggi e -30% sui salumi di qualità. Sono i preoccupanti dati riportati da Filiera Italia, che accoglie positivamente misure quali i 600 milioni a fondo perduto per gli esercizi di ristorazione che acquistano prodotti alimentari 100% Made in Italy, mentre bacchetta i metodi “dirigisti che mortificano l’iniziativa privata”, che equivarrebbero, secondo Scordamaglia, a mettere la testa sotto la sabbia aspettando che passi la tempesta.

Di tutt’altro parere invece l’associazione Ristoratori Toscana, con 15 mila iscritti nella Regione, che lo scorso 20 giugno ha scritto al senatore Parrini e ai parlamentari toscani di tutti gli schieramenti politici chiedendo la moratoria fino al 31 dicembre 2021 – informa Repubblica. “La moratoria della legge Bersani è stata una delle nostre richieste fin dal 9 marzo” – ha commentato il presidente dall’associazione, Pasquale Naccari, soddisfatto per l’accoglienza della proposta, che punterebbe a tutelare i ristoratori. Come si legge nella lettera inviata dall’associazione alle forze politiche, l’apertura di nuove attività, “oltre ad aumentare in maniera esponenziale la concorrenza in un momento storico delicato come quello che sta vivendo il nostro paese, potrebbe determinare una convenienza per i locatori a massimizzare la loro rendita tramite una ‘gara al rialzo’ sui canoni di locazione, innescando, pertanto, un aumento del rischio di sfratto per gli attuali conduttori già in situazione di flessione economica conseguente all’epidemia Covid 19”.Se a vincere saranno le forze dirigiste o quelle liberali, lo si saprà nei prossimi giorni, quando l’emendamento sarà discusso in Parlamento.

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Fonti: Corriere della Sera, Dario Parrini FB, Repubblica

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