Premiata per aver sventato una rissa, l’agente Arianna Virgolino si è vista allontanare dalla Polizia a causa di un piccolo tatuaggio che aveva già rimosso.
Una storia paradossale quella dell’agente Arianna Virgolino, 31 anni che è stata sospesa dal servizio attivo in Polizia a causa di un piccolo tatuaggio sul polso. La giovane – che ha prestato servizio presso la questura di Lodi – è stata ritenuta non idonea ad indossare la divisa per un tatuaggio a forma di cuore inciso sul polso, un regalo per il suo diciottesimo compleanno. Arianna aveva in realtà già provveduto a rimuoverlo ma secondo il Consiglio di Stato che ha pronunciato la sentenza, le nove sedute di raggi laser che il poliziotto ha sopportato per cancellare il tatuaggio non sono state sufficienti. La cicatrice rimasta al posto del disegno sulla cute è troppo visibile e di conseguenza la ragazza non può più far parte delle Forze dell’Ordine: “A quanto pare, la legge non è uguale per tutti. Ci sono molti miei colleghi che hanno tatuaggi vistosi, a me rimane solo una piccola cicatrice sul polso”, così si è sfogata Arianna Virgolino – riporta Il Giornale – dando voce alla frustrazione sua e di altri due colleghi allontanati dal servizio negli ultimi mesi per ragioni analoghe.
A rendere la vicenda ancora più incredibile c’è un altro dettaglio: l’agente il 7 novembre 2019 era stata insignita di un encomio da parte del questore di Lodi per un’azione condotta quando era fuori servizio. Assieme ad alcuni colleghi con cui stava passando la serata a Casalpusterlengo, la ragazza era intervenuta mettendosi in mezzo ad una rissa scoppiata a suon di pugni e bottigliate, riuscendo ad interromperla e ad evitare il peggio – riporta La Repubblica. La questura di Lodi ha insomma dovuto rinunciare ad una valida risorsa alla pari di altri agenti che hanno servito con coraggio nella Polizia negli ultimi anni. I giudici sono stati inflessibili con la seguente motivazione: “Quando è stata inviata la richiesta di entrare in polizia, l’agente aveva ancora il tatuaggio. E’ contro le regole”.
Le regole stabiliscono che i candidati al concorso in Polizia non possano esibire tatuaggi visibili con la divisa: per coprire un tatuaggio sul polso sono sufficienti un orologio o un braccialetto ma i giudici non sembrano intenzionati a tornare sui loro passi. Comunque, Arianna Virgolino non si arrende: “La cosa più assurda è che nello stesso Consiglio di Stato che mi ha fatto espellere c’è un consulente dei vertici della Polizia di Stato”, le sue parole. La ragazza ha dichiarato di essersi rivolta ad un avvocato arrivando a vendere la sua auto pur di pagare le spese processuali e di voler presentare ricorso per poter tornare al suo lavoro: “Chiedo soltanto di tornare a fare il mio dovere”, conclude l’ex poliziotto.
Fonte: Il Giornale, Repubblica
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