La deputata leghista Elena Murelli, qualche giorno fa, aveva definito “elemosina” il bonus di 600 euro destinato alle partite Iva. Ma poi è finita nello scandalo dei deputati che lo hanno chiesto e ottenuto ed è stata sospesa dal partito.
“Abbiamo subito di tutto durante questa pandemia. Ci siamo dovuti chiudere in casa, abbiamo dovuto accettare l’elemosina dei 600 euro…”. Queste – riferisce il Corriere della Sera – le parole della deputata della Lega Elena Murelli pronunciate qualche giorno fa alla camera, in occasione della votazione per istituire una giornata di lutto nazionale in ricordo delle vittime del Coronavirus. Murelli metteva il Governo di fronte alle sue responsabilità sostenendo che l’Esecutivo giallorosso non abbia saputo gestire adeguatamente l’emergenza e, soprattutto, abbia messo in ginocchio l’economia dell’Italia. Murelli ricordava l’intervento inopportuno della grillina Laura Castelli – viceministro all’Economia – che ha consigliato di cambiare mestiere ai tanti ristoratori messi in difficoltà dalle misure restrittive anti Covid e che non riescono a risollevarsi. La deputata del Carroccio ha poi sottolineato come gli sbarchi di migranti positivi al virus che, spesso, fuggono dai centri preposti alla quarantena, stiano penalizzando il turismo, da sempre fiore all’occhiello dell’Italia.
Fin qui alcuni potrebbero anche ritrovarsi nel ragionamento dell’esponente della Lega. Il punto cruciale è che mentre definiva “elemosina” i 600 euro del bonus, Murelli lei stessa ne aveva fatto richiesta. Infatti Elena Murelli, 45enne piacentina docente a contratto presso l’Università Cattolica, è una dei tre deputati finiti nello scandalo dei “furbetti del bonus”. Non solo lo ha chiesto ma lo ha anche ottenuto, come il collega di partito Andrea Dara, 41enne imprenditore tessile del mantovano. Al momento sono entrambi stati sospesi dal partito- spiega La Stampa. Il capogruppo della Lega Riccardo Molinari ha spiegato che sebbene non via stata alcuna violazione della legge, il gesto compiuto dai due parlamentari è stato inopportuno. Il deputato Andrea Dara è già intervenuto pubblicamente per scusarsi e per spiegare che la richiesta del sussidio non è stata presentata da lui ma dalla madre, che lavora con lui nell’azienda di calzature. Mentre, per il momento, Elena Murelli si è chiusa in un rigoroso silenzio stampa.
Samanta Airoldi
Fonte: Corriere della Sera, La Stampa