Rientro a scuola, mancano ancora 20mila aule. Lucia Azzolina si affida ai comuni

A settembre torneranno a scuola 8 milioni di studenti, a cui deve essere garantito il distanziamento di 1 metro. Un’esigenza che richiede un adeguamento di spazi che, ad oggi, non sono ancora stati trovati. Ma Lucia Azzolina cerca di rassicurare, a modo suo.

20mila aule da trovare, aule che dovranno essere allestite in spazi alternativi agli istituti in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico. Aule che, però, ad oggi non ci sono visto che per oltre il 50% degli istituti non sono ancora stati trovati gli spazi. Le criticità si registrano quasi ovunque ma maggiormente nelle grandi città come Roma, dove organizzare il rientro tra i banchi risulta più difficile del previsto. A riferirlo, informa Repubblica, è stata l’Associazione Nazionale Presidi secondo l’ultima stima effettuata. In considerazione dei dati, il numero di coloro che dovranno fare lezioni in luoghi alternativi alla propria scuola sarebbe aggiornato a 400mila alunni, circa il 5% del totale. Il ritorno a scuola, atteso per il 14 settembre, sembra essere ancora immerso nel caos. Ad alzare voci di protesta, oltre ai presidi e alle associazioni, sono anche i genitori, preoccupati che il rientro non sia in sicurezza per i loro figli e bisognosi di certezze e garanzie. Non va meglio ai precari, che dovranno dividersi tra supplenze e timori di finire senza lavoro, in caso di quarantena.

Cerca di placare gli animi Lucia Azzolina, che al tema della mancanza di aule rassicura: “Non è certo qualcosa di nuovo”. Non ci deve scandalizzare, riferisce il Ministro, il fatto che si studino soluzioni alternative come i bed and breakfast. “Ho sempre detto fin dal primo momento in cui abbiamo affrontato l’emergenza Covid che ci sarebbe stato un problema di spazi”, ha riferito la pentastellata in un’intervista a La Stampa. Il problema in queste ore infatti non è solo di trovare dei luoghi, ma che siano anche idonei a ospitare un ambiente scolastico rispondendo ai requisiti richiesti, come ad esempio disporre di bagni per maschi e femmine. Ma la questione è rimandata alla competenza dei comuni cui appartengono fisicamente e giuridicamente gli edifici scolastici. “Tocca ai comuni individuare le soluzioni migliori, se gli edifici scolastici non sono sufficienti. E proprio per fronteggiare l’emergenza delle aule che mancano abbiamo dato ai sindaci risorse aggiuntive”, dice Lucia Azzolina che assicura risorse e fondi. 330 milioni arrivano con il Decreto Rilancio, per lavori di ampliamento e ristrutturazione degli edifici scolastici. 32 milioni per il 2020 e 48 milioni per il 2021 vengono invece dal Decreto Scostamento, per coprire il costo di affitto di altri locali, tecnostrutture e patti territoriali.

“L’utilizzo sarà deciso a livello locale in base alle esigenze che in questi giorni vengono presentate e censite. Ogni comune si regola come meglio crede, nella ricerca di soluzioni”, dice il Ministro. E forse è proprio l’autonomia a creare caos: alcuni stanno ristrutturando edifici scolastici dismessi, altri stanno adeguando locali nei teatri e nelle pinacoteche, altri ancora mettono a disposizione sale comunali. Intanto, diversi sono i tavoli di lavoro aperti. Oltre a quelli con gli enti locali, ci sono colloqui in corso in tutta Italia con i genitori, preoccupati anche dalla curva dei contagi che in questi giorni sembra risalire. Ma la Azzolina è sicura: la scuola deve riaprire il 14 settembre, costi quel che costi. Ma come?

Fonte: La Stampa, Repubblica

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