Bonus presi dai politici, ora i partiti promettono severità e indagini interne

I partiti chiamati in causa dallo scandalo bonus stanno avviando indagini interne per scovare i furbetti che hanno fatto richiesta per ricevere i 600 euro destinati alle partite IVA.

 

Che quei nomi li faccia pure Pasquale Tridico –presidente dell’Inps – sostengono gli esponenti della Lega. Ma Tridico non vuole e forse non può, per ragioni di privacy, rivelarli. Così, a giorni dallo scandalo scoppiato sui cinque deputati che hanno richiesto il bonus destinato alle partite IVA, i partiti interessati corrono ai ripari per salvare la propria immagine. Il rischio è che nel polverone dell’indignazione contro i parlamentari “furbetti del Covid” finiscano proprio tutti, anche i politici locali le cui entrate – a volte – non arrivano ai mille euro al mese. Molti consiglieri comunali che hanno fatto richiesta per il sussidio sono già usciti allo scoperto, rivendicando la loro scelta e spiegando che in molte realtà locali, soprattutto nei comuni piccolissimi, la politica è quasi un lavoro volontario. Per questo – sottolinea la consigliera comunale di Milano Anita Pirovano.- non si possono mettere tutti nello stesso calderone.

Ma tornando a Montecitorio, tira un’aria di sospetto tutt’altro che vacanziera. Quello che si sa è che a chiedere all’Inps il bonus di 600 euro sono stati cinque parlamentari, di cui tre – due leghisti e un grillino – lo hanno ricevuto, mentre gli altri due – un altro leghista e, stando alle voci, un renziano – hanno visto la loro richiesta negata per irregolarità formali. E come si comportano i partiti chiamati in causa? La Lega, con tre parlamentari coinvolti, ripete ufficialmente che quei nomi non li sa, e internamente continua a fare le sue indagini, per esempio scorrendo l’elenco dei circa 40 parlamentari che hanno la partita IVA. Circolano alcuni nomi ma nessuna conferma. Nell’occhio del mirino sembrano esserci Andrea Dara e di Elena Murelli che, per il momento, non rispondono alle chiamate degli organi di stampa. Il M5s ha scelto la strada opposta. Il capogruppo Davide Crippa ha esortato tutti i deputati grillini a inviare una dichiarazione in cui si autorizza l’Inps a comunicare al Movimento se abbiano fatto richiesta e usufruito del bonus. Non tutti sono d’accordo, ma Luigi Di Maio chiede che “nessuno si nasconda dietro il commercialista”. Per quanto riguarda Italia Viva, Il coordinatore nazionale Ettore Rosato ha chiamato il presidente Inps per annunciare che nessun parlamentare di Italia Viva ha preso alcun bonus. Ma non ha specificato se la richiesta era stata avanzata e poi bocciata. A quanto pare sarà il presidente Tridìco a dover risolvere la questione, e già si parla di una possibile audizione “secretata” in commissione Lavoro per rendere pubblici i tre nomi

Fonti: Repubblica, Huffington Post

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