All’interno del Decreto che proroga lo Stato d’Emergenza spunta una norma che permette la riconferma dei vertici dei Servizi Segreti per altri 4 anni. Stralciate la precedente norma del 2007 all’oscuro della Maggioranza ma anche dei membri dell’opposizione del Copasir.
All’interno del Decreto – approvato dal Parlamento – sulla proroga dello Stato d’Emergenza fino al 15 ottobre, è stato inserita una norma che conferma i vertici dei Servizi Segreti per altri 4 anni. Come spiega SkyTg24, le nomine delle agenzie dell’intelligence che dipendono dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sono sempre frutto di prolungati accordi all’interno della Maggioranza. Il Premier Giuseppe Conte ha deciso di scavalcare dunque il Consiglio dei Ministri senza convocare nemmeno il Cisr, il Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica, che è composto – oltre che dal Capo del Governo – dal Ministri degli Esteri, della Difesa, della Giustizia, dell’Interno, dell’Economia e dello Sviluppo Economico. In particolare Conte ha blindato la posizione di uno dei suoi fedelissimi degli ultimi mesi, Gennaro Vecchione, in scadenza alla guida del Dis – il Dipartimento per le Informazioni e la Sicurezza – che ha il compito di coordinare le attività dell’agenzia Aise, che si occupa di sicurezza esterna, e l’agenzia Aisi, che si occupa invece di sicurezza interna.
Come spiega Repubblica, il Decreto del 30 luglio del Governo sancisce, per la nomina delle posizioni dei vertici, la possibilità di adottare: “Successivi provvedimenti per la durata massima di ulteriori quattro anni”. Un passaggio fondamentale dal momento che la nuova norma deroga quella del 2007 che regolava le nomine dei Servizi Segreti, e recitava: “La direzione generale del Dis spetta in via esclusiva al Presidente del Consiglio sentito il Cisr. L’incarico ha comunque la durata massima di quattro anni ed è rinnovabile per una sola volta”. La nomina dunque ha durata massima quadriennale e può essere rinnovata, pur rispettando questo criterio di tempo. La ragione è facilmente comprensibile: si vuole evitare la permanenza per troppo tempo – e conseguentemente l’accentramento di potere – di una sola persona. La regola vale anche per i Direttori Mario Parente – agenzia Aise nominato nel 2016 e confermato nel 2018 – e per Gianni Caravalli, ai vertici dell’Aisi dal 16 maggio scorso.
Un colpo di mano da parte del Premier Conte che rischia di minare la già fragile Maggioranza. L’accentramento – confermato con la proroga dello Stato d’Emergenza – dei poteri a Palazzo Chigi, con conseguente svilimento del Parlamento, si mostra ancora una volta in tutta la sua potenza. Raramente poltrone del genere non sono figlie di accordi della Maggioranza, e la decisione del Premier sembra un ulteriore tentativo di ricordare la sua leadership al Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle che da settimane si scontravano proprio su questo tema. Proteste sono arrivate anche dall’opposizione, con alcuni membri del Copasir – il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica – che denunciano di non essere stati minimamente informati delle azioni di Palazzo Chigi: “Siamo stati tenuti all’oscuro della modifica legislativa, nonostante si tratti di una materia che dovrebbe essere concordata con i partiti della minoranza”.
Fonte: Repubblica, SkyTg24