Per il primario dell’ospedale Sacco di Milano, il professor Massimo Galli, il nuovo aumento di casi di Covid non è da correlarsi ai nuovi sbarchi di migranti.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi attualmente positivi sono 12.457, +35 rispetto a ieri. Nelle ultime ventiquattro ore 5 morti che portano il totale a 35.146. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale a 200.229 con un incremento di 255 persone. I ricoverati sono 705, -11 da ieri mentre nelle terapie intensive 43 assistiti, +2 rispetto a ieri. Ad oggi, in Italia, il totale delle persone che ha contratto il virus è 247.832, +295 rispetto a ieri.
Galli: il problema sono gli italiani, non gli immigrati
Nell’ultima settimana abbiamo visto i contagi di Covid tornare a crescere. Alcuni dei nuovi casi riguardano i migranti che sbarcano sulle coste italiane. Talvolta gli immigrati che arrivano sono positivi e se – come già accaduto a Caltanissetta e a Porto Empedocle – fuggono dai centri di accoglienza adibiti alla quarantena, il rischio è che diffondano nuovamente l’infezione virale. Per questa ragione emergenza sbarchi ed emergenza sanitaria rischiano di diventare pericolosamente un tutt’uno. La correlazione tra immigrazione e sbarchi è stata evidenziata, qualche giorno fa, dall’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti. ma anche l’attuale capo del Viminale Luciana Lamorgese ha riconosciuto che i flussi migratori possono costituire un pericolo in questo momento e, per questo, si è recata in Tunisia per chiedere al Governo di impedire le partenza. Addirittura il Ministro degli esteri Luigi Di Maio ha proposto di mettere fuori uso i barconi. Chi, al contrario, pensa che il nuovo aumento dei casi non dipenda dagli sbarchi è l’infettivologo Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano. L’infettivologo pare concordare con l’opinione della renziana Maria Elena Boschi che ritiene che non siano i migranti a portare il virus in Italia. Infatti il medico – intervistato da SkyTg24 – ha chiarito: “Siamo in un mondo globalizzato, il virus può arrivare di nuovo da tutte le parti. Ma abbiamo ancora molto più virus in casa, che circola tra gli italiani, di quanto ne sta arrivando da fuori”.
L’infettivologo, più che dei casi che arrivano da fuori, è preoccupato per i casi che restano sommersi, ovvero gli asintomatici. Se secondo alcuni suoi colleghi, infatti, il virus è clinicamente sparito e i casi asintomatici non sono pericolosi, il professor Galli è di tutt’altro avviso. In un’intervista a Il Giornale ha puntualizzato: “Ci sono molti casi sommersi nel Paese, non solo quelli d’importazione. Chiudere i confini implicherebbe un danno molto grosso per il turismo. Dobbiamo imparare a convivere con i contagi d’importazione”.
Samanta Airoldi
Fonte: SkyTg24, Il Giornale, Ministero della Salute