Pietro Maso, condannato per l’assassinio dei suoi genitori avvenuto nel ’91, ha beneficiato del reddito di cittadinanza fino al 2019. Oggi potrebbe essere stato sospeso.
Nel 1991, in provincia di Verona, con l’aiuto di due amici uccise i suoi genitori – Antonio Maso e Mariarosaria Tessari – a colpi di spranga nella notte. Un omicidio terribile che sconvolse l’opinione pubblica e accese le luci su un processo dove lo si vide spavaldo e intrepido in aula. Pietro Maso venne condannato a 30 anni di reclusione, ma negli ultimi anni si è stato ospite di svariati programmi tv in cui ha raccontato il suo raccapricciante gesto. Oggi il suo nome torna prepotentemente a galla, grazie ad una rivelazione del settimanale “Oggi”. Come spiega Open, Maso sino al 2019 ha beneficiato del Reddito di cittadinanza, la misura di sussidio voluta dal Movimento 5 Stelle che può essere richiesta da chi percepisce meno di 9.360 euro l’anno. Per il 2020 potrebbe essere stato sospeso l’assegno di Rdc, come ha sottolineato il legale di Maso, Marco De Giorgio, proprio a causa della gravità delle sua vicenda giudiziaria. L’avvocato De Giorgio ha però sottolineato che, perchè sia perseguito penalmente, si dovrebbe dimostrare la mala fede di Maso, ovvero che lui non fosse a conoscenza delle limitazioni alla concessione del Rdc.
Dunque è probabile che il nome di Maso sia finito in un controllo a campione operato dall’Inps, che avrebbe poi provveduto a sospendere gli assegni. Come aggiunge Il Corriere della Sera, le norme penali stabiliscono che gli unici condannati in via definitiva che non possono godere di pensioni, assegni e stipendi a carico dello Stato sono: “Coloro che hanno precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata, al terrorismo o per truffa ai danni dello Stato”. Maso non rientra in tali categorie, ma va ricordato che questo non varrebbe per una condanna emessa oltre dieci anni prima – dall’entrata in vigore del Rdc – come nel caso dello stesso Maso. Ed è quantomeno curioso che Maso possa aver avuto accesso al reddito di cittadinanza ma, allo stesso tempo, a causa della gravità del suo reato, essere interdetto dai pubblici uffici: “In perpetuo”. Questo è solo l’ultimo, in ordine cronologico, degli scandali legati alla concessione del Rdc. Nel febbraio scorso, l’ex brigatista Raimondo Etro, condannato a 20 anni e 6 mesi di reclusione per la strage di Via Fani, il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione del giudice Palma, aveva dichiarato di percepire 780 euro al mese di Rdc, poi revocato dall’Inps.
Fonte: Il Corriere della Sera, Open
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