Atteso per oggi il voto al Senato per il caso Open Arms. Il futuro giudiziario di Matteo Salvini è appeso ad un filo, così come quello politico. Mentre Giuseppe Conte può stare tranquillo.
Cos’è successo a Matteo Salvini nell’ultimo anno? Cos’è accaduto al leghista dopo l’impennata sui social e il rialzo di punti nei sondaggi di qualche autunno fa? Che la colpa sia del cambio del social media manager è un’ipotesi avanzata da molti. Che l’idea che una comunicazione sbagliata – dopo il tocco d’oro di Luca Morisi – abbia portato alla perdita, è anche un’ipotesi accreditata che trova riscontro, tra l’altro, nei libri di comunicazione. Fino al 2019, il modello comunicativo utilizzato da Matteo Salvini aveva determinato un impennata di consensi e anche il focus sul fenomeno migratorio aveva prodotto effetti non collaterali. Pariamo dai dati: nel 2018 il segretario della Lega è diventato il politico italiano più seguito su Instagram, raggiungendo un picco di interazioni a giugno, subito dopo la nascita del governo Lega-5 Stelle. Su Facebook, ricorda La Stampa, il politico ha raggiunto 4 milioni di seguaci.
Sono i numeri a sancire l’impatto comunicativo di Matteo Salvini e la sua autorevolezza online. La strategia social si lega alla strategia politica: ad esempio, le operazioni di sponsorizzazioni di alcuni prodotti radicati nell’immaginario collettivo come prodotti tipicamente italiani seguono la propaganda e le idee politiche del leghista. Eppure, scrive oggi Repubblica, “dall’estate scorsa quel modello comunicativo non è riuscito più a essere conciliabile con il realismo del governo”. Ovvero: mosse sbagliate hanno determinato un calo di interazioni, like, reazioni. Mancata capacità di gestire il piano social, quindi interazionale, senza qualcuno che muove i fili. Così, Matteo Salvini è all’angolo, oltre che all’opposizione. E non è quindi difficile ipotizzare una deriva nei voti quando si andrà alle urne. Tutti i sondaggi attribuiscono alla Lega 8 punti percentuale in meno rispetto ad un anno fa. E i malumori cominciano a farsi sentire tanto che, tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre 2019, Luca Zaia – governatore del Veneto – ammetteva che “Matteo aveva sbagliato tutti i tempi”, parlando della tempistica con cui aveva aperto la crisi del Conte1. E’ stata questa, forse, la mossa sbagliata di Matteo Salvini a cui ne sono susseguite e a cui se ne sono accavallate delle altre. Una, ad esempio, le visite al Papeete. E non sono piaciute neanche le mosse social che hanno seguito la scia del “bene o male, l’importante è che se ne parli”. Ovvero: ottenere commenti, magari ripostando post di qualcuno, innescando una catena di commenti negativi e dirottando i suoi followers verso una direzione precisa. Cominciano a prendere le distanze anche Giorgia Meloni, che cercherebbe una nuova coalizione; e Forza Italia, che considera Salvini un malcapitato al posto sbagliato.
Insomma, quella di Matteo Salvini è una parabola discendente e oggi il leghista non si gioca solo il suo futuro giudiziario, ma anche quello politico. E’ infatti il giorno in cui il Senato voterà per autorizzare il processo per la vicenda della nave Open Arms. Il voto di oggi, al di là delle conseguenze giudiziarie, è un segnale che traccia la strada per il futuro politico. Può infatti una persona sottoposta a due processi essere affidabile ed una buona carta da giocare? Può essere l’amico di un indagato – il governatore della Lombardia Attilio Fontana – un buon alleato? L’eventuale autorizzazione da parte dell’aula di Palazzo Madama potrebbe essere il dato ufficiale per la perdita della leadership. Un’eventuale condanna definitiva, poi, farebbe scattare le incompatibilità previste dalla legge Severino. E inoltre, tra le conseguenze politiche c’è anche quella di aprire una corsa che appariva fino a pochi mesi fa impossibile: quella alla sua successione sia nella Lega che nel centrodestra.
Nello stesso tempo, il consenso del Presidente del consiglio, Giuseppe Conte è salito dopo l’emergenza Covid. Il PD, dopo aver perso diverse Regioni rosse, ha invece ritrovato una parte del suo elettorato tradizionale. Ed è proprio Giuseppe Conte che può stare tranquillo in quanto può contare sulla sicurezza di non essere messo in discussione. Almeno non dalla sua maggioranza. Si vocifera, però, che un’apertura del processo contro Matteo Salvini tirerebbe in mezzo anche lui. Ed è stato proprio il leghista, scrive Adnkronos, a dichiarare in conferenza stampa al Senato di aver agito insieme con Giuseppe Conte. “Non ritengo che ci sia stato alcun errore, men che meno nessun reato. Se qualcuno domani in Aula riterrà che sia stato commesso un reato, ne risponderanno in tanti, visto che sono scelte prese”, ha detto Salvini. Poi la battuta: ”Vuol dire che eventualmente il presidente del Consiglio mi accompagnerà un po’ a Catania e un po’ a Palermo e prenderemo una granita…”. Insomma, Salvini non era solo; ha agito con l’intero Governo: ma oggi, a giocarsi la partita, è solo lui.
Fonte: Adnkronos, Repubblica, La Stampa
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