Una legge del 2012 mette in serio pericolo la carriera politica del leader leghista Matteo Salvini in caso di processo.
Non rischia soltanto una macchia sulla sua fedina penale il volto del Carroccio Matteo Salvini; infatti, nel caso di un processo con eventuale condanna per le accuse ricevute in merito ai casi Open Arms e Gregoretti – risalenti entrambi al 2019 – l’ex ministro dell’interno potrebbe dove dire addio alla sua carriera in politica. A parlare chiaro è la legge Severino del 2012 che nel suo articolo 1 afferma: “Per partecipare alle elezioni in ruoli come deputato, senatore o parlamentare europeo, bisogna avere una fedina penale pulita e priva di condanne che superino i due anni” – come riferisce La Repubblica. Qualora la condanna dovesse colpire un ministro, un deputato o un qualsiasi altro politico che riveste un ruolo istituzionale, la sua carica decade con effetto immediato, proprio come successe al volto storico di Forza Italia Silvio Berlusconi nel 2013: la condanna per la frode fiscale Mediaset gli costò il posto di senatore.
Matteo Salvini rischia di andare a processo con una grave accusa a suo carico: sequestro di persona con coinvolgimento di minori per i famosi episodi riguardanti le navi Open Arms e Gregoretti: nel primo caso, l’allora ministro dell’interno negò l’approdo all’imbarcazione carica di migranti, lasciandola in mare per 19 giorni causando gravi disagi sanitari alle persone a bordo. Nel secondo, le 116 persone a bordo della nave militare Gregoretti vennero lasciate in mare per tre giorni, sempre per via della decisione di Salvini di negare lo sbarco delle persone a bordo – ricorda Il Post. Il fatto che a bordo di entrambe le navi ci fossero dei minorenni rende le accuse più gravi e – in teoria – il segretario leghista rischia una condanna fino a 15 anni, molto superiore al termine fissato dalla legge Severino. Le prossime elezioni politiche sono fissate per il 2023 e la situazione precaria di Matteo Salvini, anche se la durata del processo dovesse protrarsi per anni, potrebbe costargli quantomeno la leadership del partito.
Nonostante ciò, l’ex ministro dell’interno continua ad affermare di essere nel giusto: “Andrò a processo a testa alta. Vogliono intimidirmi con un processo stile Palamara. Ma se tornassi al governo, rifarei tutto quanto”, scrive in un post su Twitter. Nel frattempo, un altro partito vota a favore della negazione dell’immunità a Salvini che verrà votata proprio in questi giorni: è Italia Viva di Matteo Renzi che ha motivato in questo modo il suo voto: “Non sta a noi stabilire se ha sbagliato o meno, è una decisione che prenderà il magistrato. A noi viene chiesto se tenere un barcone di migranti lontano dalle coste italiane è stata una scelta per il bene comune e per me, la risposta è ‘no'”. Il diretto interessato ha criticato duramente l’intervento di Renzi: “Ho apprezzato di più il silenzio dei senatori Grillini che le parole insensate di Matteo Renzi. Io non ho mai portato i miei oppositori politici in tribunale”. Salvini ha poi sottolineato l’assenza in aula di molti senatori, ribadendo di non temere il processo. Potrà anche dichiararsi sicuro di se ma il leader della Lega adesso rischia un processo che potrebbe seriamente compromettere il suo futuro in politica e perfino il suo posto all’interno del partito che ha rappresentato per anni.
Fonte: La Repubblica, Il Post, Twitter
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