Appalti pubblici per ospedali fantasma: così Vincenzo De Luca ha gestito l’emergenza Covid

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, per far fronte all’emergenza Coronavirus, ha speso 6 milioni di euro di soldi pubblici per la costruzione di due ospedali prefabbricati mai utilizzati.

I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi attualmente positivi tornano a scendere e si attestano a 12.230, – 386 rispetto a ieri. Nelle ultime ventiquattro ore 3 morti che portano il totale a 35.132. Il numero complessivo dei dimessi e dei guariti sale a 199.796 con un incremento di 765 persone. I ricoverati sono 748, + 31 da ieri. Nelle terapie intensive 47 assistiti, + 9 rispetto a ieri. Ad oggi, in Italia il totale delle persone che ha contratto il virus è 247.158, + 386 rispetto a ieri.

Coronavirus: gli ospedali “fantasma” in Campania

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, durante questi mesi, ha sempre vantato la capacità e la velocità con la quale la Regione – sotto la sua guida – ha saputo gestire l’emergenza Covid. Al contrario della Lombardia che – a suo dire – non ha avuto una gestione adeguata provocando migliaia di morti. Infatti, recentemente – riporta SkyTg24 – durante una visita all’ospedale di Spari, De Luca ha dichiarato: “Quando noi chiudevamo tutto, loro dicevano: Milano non si ferma, Bergamo non si erma, Brescia non si ferma. Poi si sono fermati a contare le migliaia di morti”.

Il fiore all’occhiello della gestione dell’emergenza a firma De Luca – spiega Fanpage – sarebbero dovuti essere due ospedali prefabbricati: uno a Caserta e uno a Salerno. Le due strutture sono costate ben 6 milioni di euro di soldi pubblici ma non hanno ospitato neppure un paziente. Non perché non vi fossero pazienti da ricoverare. Ma perché non sono mai stati collaudati. Il 17 marzo – secondo quanto spiegato dal consigliere regionale Cinque Stelle Vincenzo Viglione – fu aperta la gara d’appalto per la realizzazione di tre ospedali modulari in Campania. Gara chiusasi appena due giorni dopo a favore dell’azienda veneta Med che si aggiudicò tutti e tre i lotti. Ma a Caserta, l’area su cui la Med avrebbe dovuto istallare i prefabbricati, non era di proprietà della Asl. Ad aprile, tuttavia, l’area viene requisita e diventa di proprietà della Regione Campania. Dunque, seppur con un po’ di ritardo rispetto ai 18 giorni entro cui i prefabbricati sarebbero dovuti essere operativi, le strutture c’erano. La Med, una volta messa nelle condizioni di agire, aveva rispettato le tempistiche. Eppure quell’ospedale non è mai stato aperto. Ma non è tutto. Il governatore De Luca aveva assicurato che l’ospedale non sarebbe stato demolito ma sarebbe rimasto a supporto dell’ospedale. Affermazioni smentite dall’avvocato Mariangela Cianci la quale ha spiegato che tra 4 anni il suolo requisito per situazione di emergenza dovrà essere riconsegnato ai proprietari e, dunque, il prefabbricato sarà smontato.

Situazione simile a Salerno. Qui il prefabbricato sarebbe dovuto sorgere all’interno dell’ospedale Ruggi d’Aragona ma l’area, tutt’oggi, è più simile ad un cantiere che ad un nosocomio. Il sottosegretario allo Sviluppo economico, il pentastellato Andrea Cioffi ha precisato: “E’ un prefabbricato che poggia su blocchi di cemento. Dovesse mai venire un terremoto, crolla. Non mi pare la soluzione ideale per moduli di terapia intensiva”. Chi espresse subito dubbi in merito a questa struttura fu il virologo Luigi Greco, medico in pensione richiamato dall’ospedale Ruggi d’Aragona per dare una mano durante l’emergenza. Ma di fronte alle sue perplessità, l’ospedale interruppe la collaborazione.

Da quanto emerge gli ospedali non sono mai stati collaudati perché la Regione Campania ha iniziato a chiedere lavori extra alla Med che avrebbero trasformato le strutture in qualcosa di diverso, non più finalizzato all’emergenza Covid. La Med, di fronte a tali richieste, avrebbe aumentato il compenso pattuito di altri 2 milioni di euro che la Regione si sarebbe rifiutata di pagare. A quel punto la Med non avrebbe portato a termine le modifiche né autorizzato il collaudo. Ecco perché due strutture costate 6 milioni di euro e realizzate a spese pubbliche sono e resteranno chiuse.

Samanta Airoldi

Fonte: Fanpage, SkyTg24, Ministero della Salute

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