Secondo il Censis, dopo il lockdown milioni di italiani sono a rischio povertà assoluta. Ci sono 828mila persone a rischio disoccupazione.
Nel 2019 erano 4,6 milioni le persone in stato di povertà assoluta in Italia, di cui il 40,5% nelle regioni settentrionali e il 45,1% nel Mezzogiorno. 2 milioni e 700mila erano invece le persone indigenti che facevano ricorso agli aiuti alimentari. Numeri già alti già lo scorso anno, destinati a peggiorare drasticamente. Con la chiusura totale del Paese, causa Coronavirus, la situazione è drasticamente peggiorata. Già l’Istat, in questi mesi di blocco delle attività produttive, aveva lanciato l’allarme ed ora a confermare le ipotesi è un’analisi Censis Confcooperative, riportata da Il Corriere. Dopo il lockdown, infatti, milioni di italiani sono a rischio povertà assoluta.
Parlando di numeri, a causa del Covid ci sono altre 2,1 milioni di famiglie che in Italia sono sul baratro della povertà: in ginocchio ci sarebbero 3,3 milioni di lavoratori irregolari e 2,9 milioni di working poor. Gli “acrobati della povertà”, come li definisce il Censis, sono quelle persone che hanno guadagnato il minimo per sopravvivere e che sono stati travolti, più di altri, dagli effetti della chiusura. Lavoratori sfruttati, mal pagati, senza aiuti e sussidi che vedevano il passato buio e che vedono il futuro totalmente nero. Durante i mesi di stretto lockdown, almeno la metà degli italiani, il 50,8%, ha subito un improvviso crollo delle proprie entrate finanziarie, con punte del 60% tra i giovani; del 69,4% fra i lavoratori a tempo determinato; del 78,/% degli imprenditori e dei liberi professionisti; del 58,3% degli occupati a tempo indeterminato.
E per il futuro le previsioni sono del tutto pessimiste. I timori riguardano la perdita di reddito e occupazione, timore per almeno un italiano su due con punte del 72,1% per i lavoratori dipendenti e i liberi professionisti. Ci sono 828mila persone a rischio disoccupazione, e già il loro reddito era basso: in media 900 euro al mese. Si tratta, in questo caso, di lavoratori a tempo determinato e dipendenti di aziende in sofferenza perché legate ad un settore colpito duramente dal lockdown. “Lo stress test socio-economico della lockdown economy mette a dura prova il Paese e apre crepe profonde in aree di fragilità già acute in fase precovid”, spiegano i ricercatori a La Stampa. E ancora, fra i giovani, le attese negative salgono al 51,9%, mentre per le persone con un’età compresa fra i 35 e i 44 anni la riduzione del reddito appare probabile nel 53,2% dei casi. Per i lavoratori indipendenti e i liberi professionisti, la percentuale raggiunge invece il 72,1%. Secondo il Censis, il 55% della popolazione teme l’eventualità che si possano diffondere rabbia e odio sociale come conseguenze delle difficoltà economiche.
Fonte: La Stampa, Corriere