Ricollocamenti sì ma solo in Italia: dalla Sicilia 520 migranti in viaggio verso Lazio e Piemonte

Proseguono gli sbarchi dei migranti in Sicilia e proseguono i trasferimenti verso altre Regioni d’Italia. Intanto aumenta anche il numero degli stranieri positivi al Covid.

 

Non accennano né a fermarsi né a rallentare gli sbarchi sulle coste della Sicilia. Solo questa notte – spiega Il Messaggero – altri 128 migranti sono sbarcati a Lampedusa attraverso tre imbarcazioni. L’hotspot è arrivato a quota 870 persone: quasi il decimo della sua capienza massima che sarebbe di 95 unità. E se l’accordo di Malta – siglato dal capo del Viminale Luciana Lamorgese nell’ottobre 2019 – prevede il ricollocamento tra i Paesi dell’Unione europea, per il momento i ricollocamenti stanno avvenendo soltanto all’interno dello stivale. Infatti da Porto Empedocle è previsto il trasferimento di 520 migranti verso altre due regioni italiane: 320 saranno accolti dal Lazio e 200 dal Piemonte. Mentre la Prefettura di Agrigento ha già previsto il trasferimento di altre 200 persone verso il Molise.

E questi trasferimenti potrebbero dare luogo a timori dei residenti delle Regioni di destinazione, come accaduto qualche settimana fa ad Amantea dove gli abitanti sono scesi in strada a protestare per il trasferimento di migranti positivi al Coronavirus. Infatti talvolta i migranti che sbarcano risultano essere positivi al Covid come accaduto a Pozzallo dove – riferisce Quotidiano.net – ben 10 tra quelli sbarcati sabato sera sono risultati affetti dal virus. Al momento sono stati messi in quarantena nel centro di accoglienza Don Pietro e per evitare fughe – come quelle avvenute in un centro di accoglienza di Caltanissetta e nella tensostruttura della Protezione civile a Porto Empedocle – sono state rafforzate le misure di sicurezza. Positivi anche 3 degli otto migranti sbarcati nella notte nella spiaggia di Porto Pino, a Sant’Anna Arresi. Anche il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il capo della Farnesina Luigi Di Maio hanno concordato sulla necessità di fermare i flussi provenienti dalla Tunisia, Paese in cui non vi è – al momento – alcuna guerra civile in corso. L’emergenza sbarchi e la situazione al limite degli hotspot, infatti, è aggravata dalle ripetute fughe dei migranti che possono mettere a rischio la salute degli abitanti dell’isola e delle altre Regioni in cui vengono spostati.

Samanta Airoldi

Fonte: Quotidiano.net, Il Messaggero

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