Proseguono le indagini sulla caserma “Levante” di Piacenza. L’appuntato Montella e i suoi colleghi festeggiavano con escort, alcolici costosi ed auto di lusso.
L’oscura vicenda emersa presso la caserma dei Carabinieri “Levante” di Piacenza che ha portato sotto la lente della Guardia di Finanza sei militari di stanza presso la struttura – guidati dall’appuntato Giuseppe Montella – presenta dettagli sconcertanti, secondo le ultime ricostruzioni degli inquirenti. I Carabinieri fermati e sotto indagine per accuse che comprendono spaccio e possesso di stupefacenti e perfino tortura facevano la bella vita con i soldi ottenuti in maniera illecita grazie alle loro attività totalmente in contrasto con il ruolo delle forze dell’ordine che comprendevano il favoreggiamento di alcuni spacciatori con tanto di lasciapassare per infrangere il lockdown, l’arresto di alcuni criminali della zona per favorirne altri e anche il pestaggio di alcune persone in stato di fermo che hanno denunciato l’accaduto – riferisce Il Corriere della Sera: l’ufficio del comandante Marco Orlando, durante la sua assenza, sarebbe stata teatro di un vero e proprio festino hard che ha visto la partecipazione di due escort: “Era un vero bordello, la giacca del comandante è stata gettata a terra insieme a tutte le pratiche dei casi”, ha raccontato un ex informatore della squadra. E non è tutto: sempre l’appuntato Montella che a quanto pare era la mente dietro le operazioni illecite condotte a Piacenza è riuscito a mettere su tra il 2005 ed il 2020 – riporta Huff Post – un vero e proprio parco macchine nel suo garage nonostante uno stipendio annuo pari a circa 30.000 euro, sicuramente insufficiente per condurre una vita così lussuosa. Tra le costose vetture acquistate dall’indagato un Suv Bmw X5, due berline 320D ed una 520D, sempre prodotte dalla casa tedesca, una Smart City Coupè, due Mercedes Classe A, una Renault Espace, una Fiat Stilo e perfino un Audi e un Porsche Cayenne. Oltre a questo invidiabile parco macchine, l’appuntato era riuscito anche ad acquistare 16 scooter e motociclette tra cui due T-Max e pure una Ducati 998. Dulcis in fundo, Montella aveva appena comprato a rate una villa presso Gragnano che aveva mandato in rosso il suo conto.
Adesso, la Guardia di Finanza sta cercando di convincere alcuni dei militari coinvolti nella scandalosa vicenda a collaborare con le indagini per arrivare rapidamente all’epilogo di una storia che rischia di infangare il nome dell’Arma presso la città emiliana. La Repubblica riferisce che alcuni degli arrestati hanno reagito in modo incredulo quando gli uomini delle fiamme gialle hanno bussato alla loro porta con un mandato di arresto questo mercoledì: “Ma come andiamo in galera?”, ha chiesto sconcertato uno degli indagati scoppiando in lacrime: secondo le dichiarazioni di alcuni dei Carabinieri, non tutti hanno ottenuto gli stessi vantaggi dall’oscuro meccanismo con cui venivano favorite le attività illegali a Piacenza: “Noi non abbiamo visto un euro”, ha detto uno di loro interrogato dalla Finanza. Il procuratore Grazia Pradella sta procedendo con gli interrogatori per assicurarsi che il gruppo di Carabinieri incriminati non abbia condotto arresti illeciti che possono aver portato in cella innocenti. Intanto, secondo il legale di Giuseppe Montella, il suo cliente si dice “rilassato” nonostante la grave situazione in cui si trova e attende l’interrogatorio.
Fonte: Il Corriere della Sera, Huffington Post, La Repubblica