Durante i tre mesi di lockdown l’Italia ha perso 500 mila posti di lavoro. Ed è aumentato anche il numero degli inattivi che non solo non hanno un lavoro ma neppure lo cercano.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi attualmente positivi sono 12.301, -103 rispetto a ieri. Nelle ultime ventiquattro ore 5 morti che portano il totale a 35.097. Il numero complessivo dei dimessi e dei guariti sale 198.192 a con un incremento di 350 unità. I ricoverati restano stabili a 713 come ieri mentre nelle terapie intensive 46 pazienti, – 3 rispetto a ieri. Ad oggi, in Italia, il totale delle persone che ha contratto il virus è 245.590 , +252 rispetto a ieri.
Ora che l’emergenza sanitaria – nonostante le oscillazioni degli ultimi giorni – inizia a destare un po’ meno preoccupazione, è l’emergenza economica quella che fa tremare la terra sotto i piedi. Infatti – riporta SkyTg24 – nei tre mesi di lockdown l’Italia ha perso ben 500 mila posti di lavoro. A dirlo è l’ultimo rapporto Ocse presentato in un incontro dell’Università Cattolica. Nei 37 Paesi Ocse il tasso di disoccupazione è passato dal 5,3% di gennaio all’8,4% di maggio. Tra i Paesi più colpiti c’è sicuramente l’Italia che ha visto spazzati via d’un colpo i progressi fatti negli ultimi dieci anni. È un numero molto importante, soprattutto se pensiamo che l’Italia ha adottato misure forti come la cassa integrazione estesa a tutti e il divieto di licenziamento. Eppure il numero degli occupati è calato in misura imponente. Questo perché – spiegano gli esperti – molti lavoratori avevano contratti temporanei o a termine che non sono stati rinnovati. A ciò si aggiunge un crollo delle assunzioni: gli annunci giornalieri pubblicati online dalle imprese tra febbraio e giugno 2020 hanno subito un decremento del 30% . Non solo: l’Italia è stata tra i Paesi più penalizzati anche nel calo del numero di ore lavorative. Mentre le ore di lavoro in Australia, Canada, Giappone, Corea, Svezia e Stati Uniti sono diminuite del 12,2%, in Italia il crollo è stato circa del 28% superiore.
Eppure, paradossalmente, in Italia durante i mesi di lockdown sono diminuiti pure i disoccupati. dato, però, tutt’altro che confortante se pensiamo che con il termine “disoccupato” s’intende chi non ha un lavoro e lo cerca in maniera più o meno attiva. Durante i tre mesi di blocco, invece, molti hanno smesso di cercarlo e così sono passati dall’essere disoccupati all’essere inattivi: persone cioè che non hanno un lavoro e nemmeno lo cercano.
Una delle possibili conseguenze di questa imponente crisi economica innescata dal Covid – secondo gli esperti – è un ulteriore ampliamento delle disuguaglianze. A pagare il prezzo più alto di questa crisi saranno i lavoratori autonomi, coloro che svolgono mansioni che non è possibile fare in modalità smart working ma anche le donne e i giovani assunti con contratti temporanei. Infatti la disoccupazione giovanile è passata dall’11,2% di febbraio al 17,6% di maggio.
E una delle regioni che ha accusato maggiormente l’impatto del lockdown sull’economia è stata la Lombardia. Secondo un rapporto dell’osservatorio Covid Analysis risalente a maggio – riferisce AGI – la Lombardia ha perso oltre 35 miliardi di fatturato: -16,291 miliardi dell’industria e – 19,430 per i servizi. Se come prospettato dal Ministro della Salute Roberto Speranza, in autunno saremo costretti a nuove chiusure, potrebbero essere molti gli imprenditori a chiudere definitivamente e il numero dei disoccupati potrebbe aumentare ancora.
Samanta Airoldi
Fonte: SkyTg24, AGI, Ministero della Salute
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