Nel 2018 premiati per meriti speciali, oggi arrestati: i carabinieri di Piacenza in lacrime

Alcuni dei carabinieri della Levante, sconvolti da quanto accaduto, sono scoppiati in lacrime mentre venivano arrestati. Ora gli inquirenti contano sulla loro collaborazione. Nel 2018 erano stati premiati per meriti speciali.

 

Non immaginavamo di arrivare fino a questo punto“. Queste – riferisce la Repubblica – le parole dei carabinieri della Levante, in lacrime mentre venivano buttati giù dal letto e portati via dalla Guardia di Finanza di Piacenza all’alba di mercoledì. Piangevano e continuavano a ripetere di non aver mai intascato un euro. E basandosi sull’atteggiamento evidentemente scosso e preoccupato, ora gli inquirenti si aspettano che – almeno una parte tra i carabinieri arrestati – collaborino con le indagini raccontando tutto ciò che sanno su quanto accadeva all’interno della Levante. Del resto la collaborazione è anche l’unica strada tracciata dal comando generale che ha subito fatto partire un’inchiesta interna all’Arma, parallela a quella della Procura di Piacenza e dei magistrati militari.

Tra gli arrestati l’unico che non ha pianto è stato l’appuntato Giuseppe Montella. Colui attorno al quale sembra ruotare tutta la storia della Levante e che, in base a quanto emerso dalle intercettazioni, sembrerebbe aver coinvolto anche la sua compagna nel suo giro di affari. L’unica tenuta fuori da tutta la storia è stata la madre che si è dichiarata sconvolta e incredula quando messa al corrente dell’arresto del figlio. Ora l’obiettivo del procuratore Grazia Pradella è capire se, per abuso di potere, i carabinieri abbiano fatto arrestare ingiustamente uomini e donne che non avevano commesso alcun reato: “Dobbiamo capire se ci sono innocenti in carcere” – ha detto Pradella.

La storia ha dell’incredibile tanto più se si pensa che solo nel 2018 – riferisce il Corriere della Sera – la stazione dei carabinieri Levante di Piacenza fu premiata per meriti speciali. L’indagine interna all’Arma ora dovrà capire chi segnalò il lavoro di quei militari finiti ora agli arresti o sotto inchiesta per spaccio di droga, abusi e torture.

Samanta Airoldi

Fonte: Repubblica, Corriere della Sera

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