La maggior parte dei presidi degli istituti scolastici ha chiesto al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina l’acquisto di banchi monoposto classici. Solo una minoranza ha scelto gli innovativi banchi con le rotelle.
La scuola non è solo istruzione – dove purtroppo il nostro livello è tra i peggiori in Europa – e docenti. La scuola è fatta anche di scelte pratiche, concrete, materiali. E se il ritorno tra i banchi previsto per il 14 settembre per il capo del dicastero dell’Istruzione Lucia Azzolina, è cosa certa, bisogna, tuttavia, prima provvedere all’acquisto dei banchi. Nelle scorse settimane la pentastellata aveva proposto dei banchi innovativi, dotati di rotelle che – a suo dire – si conformano ad un nuovo modo di concepire la didattica. Banchi da 300 euro cadauno per la precisione. Tuttavia questa scelta è stata bocciata dalla maggior parte dei presidi forse perché ritenuti poco agevoli per dei bambini che dovrebbero restare al banco per cinque o, addirittura, otto ore. Infatti – spiega la Repubblica – i banchi tradizionali richiesti sono stati 2.009.991 contro appena 440.245 richieste di banchi con le rotelle: il 17% del totale. Tuttavia il sottosegretario all’Istruzione Giuseppe De Cristofaro, li difende: “E’ vero che con le rotelle i banchi potrebbero spostarsi mettendo a rischio il distanziamento, ma basta bloccare le rotelle”. Il problema però potrebbe non essere solo garantire sempre il distanziamento. Anche i costi hanno la loro importanza. Infatti il preside di un istituto comprensivo di Cellamare spiegava al Corriere della Sera che le priorità per una scuola sono altre e non si può spendere tutto per i banchi: “Una postazione completa, con tanto di sedia, viene a costare sui 400 euro: per comprarne 200 dovrei spendere 80 mila euro. Parliamo di cifre inaccettabili”. Stessa posizione espressa dalla preside di un Liceo di Palermo la quale ha optato per i banchi classici da 37 euro più Iva.
Dalla rilevazione in merito alle richieste dei presidi, tuttavia, sono rimasti fuori trecento istituti scolastici. Forse perché già dotati di tutto il necessario o forse perché non interessati al bando lanciato dal commissario Domenico Arcuri che sarà la spalla del ministro Azzolina per la ripartenza in sicurezza della scuola. Il commissario Arcuri, intanto, ha esteso il bando anche a produttori europei in quanto limitarsi ai soli italiani sarebbe troppo rischioso visti i tempi ristrettissimi. Quel che viene chiesto ai produttori, in effetti, sembra quasi una missione impossibile: realizzare in 23 giorni l’equivalente della produzione di 5 anni.
Samanta Airoldi
Fonte: Repubblica, Corriere della Sera
Il morbo di Alzheimer è una delle malattie più devastanti del nostro tempo, colpisce circa…
Il tumore è una delle patologie più diffuse a livello globale, eppure poche persone…
Una nuova minaccia sta mettendo in allerta i cittadini italiani, e potrebbe provenire direttamente dal…
Un'opzione nascosta su WhatsApp che potrebbe cambiare il modo in cui usi l'app ogni giorno.…
Acquistare una nuova abitazione richiede un impegno economico rilevante. Che si tratti di una prima…
Sempre più aziende permettono ai propri dipendenti di lavorare in smart working, ovvero di svolgere…