A seguito di un’ispezione della Guardia Costiera, la Ocean Viking, ormeggiata nel porto di Porto Empedocle, è stata sottoposta a fermo.
La Ocean Viking, nave battente bandiera norvegese ed operante per l’organizzazione non governativa Sos Mediterranee, era ormeggiata nel porto di Porto Empedocle dove era attraccata nei giorni scorsi dopo il periodo di quarantena successivo al trasferimento sulla nave “Moby Zazà” dei migranti presenti a bordo. A seguito di un’ispezione effettuata dalla Guardia Costiera, informa Adnkronos, la nave è stata sottoposta a fermo amministrativo. L’ispezione ha infatti evidenziato diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere la sicurezza dell’unità, dell’equipaggio e delle persone che sono state recuperate a bordo nel corso del servizio di assistenza ai migranti svolto dalla nave. Inoltre, gli ispettori hanno evidenziato anche , alcune violazioni alle normative a tutela dell’ambiente marino.
Il fermo permarrà fino alla rettifica delle irregolarità rilevate in sede ispettiva. Per alcune di queste, informa Agi, sarà necessario l’intervento dello Stato di bandiera che detiene la responsabilità della conformità della nave rispetto alle Convenzioni internazionali e alla legislazione nazionale applicabile. “Sos Mediterranèe condanna questa palese manovra amministrativa vessatoria, volta a ostacolare il lavoro di soccorso delle navi delle Ong”, ha affermato l’organizzazione in un tweet cercando di discolparsi dalle accuse. In una nota, la Sos ha ribattuto al motivo principale del fermo: la nave avrebbe trasportato un numero di persone superiore a quello riportato nel “Certificato di Sicurezza Dotazioni per Nave da Carico“, secondo quanto riportato dalla Guardia Costiera. “La Ocean Viking aveva già dimostrato di rispondere ad elevati standard di sicurezza più di quanto sia solitamente richiesto ad una nave analoga“, risponde la Ong. Inoltre, si condanna il fatto che le osservazioni sulla sicurezza della nave siano state fatte solo ora, a condizioni della nave invariate rispetto alle ultime quattro ispezioni. “Non ci sono stati cambiamenti nelle norme di sicurezza per quanto riguarda ciò che ora viene contestato”, prosegue l’organizzazione.
Nel comunicato, si ribadisce che l’armatore norvegese della Ocean Viking e il noleggiatore Sos Mediterranèe hanno sempre rispettato e garantito il massimo livello di sicurezza per l’equipaggio e i naufraghi a bordo della nave. Poi l’attacco alle autorità italiane che avrebbero sfruttato la questione sicurezza per trattenere quattro navi Ong che conducevano operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. “Come mai la sicurezza non era un problema per le autorità marittime quando, all’inizio di questo mese, la Ocean Viking ha dovuto attendere 11 giorni per l’assegnazione di un Porto Sicuro ed è stata invece costretta a dichiarare lo Stato di emergenza a bordo?“, dice Frédéric Penard, direttore operativo di Sos Mediterranèe.
Ancora, l’organizzazione sottolinea che operare nel Mediterraneo centrale significa trovarsi di fronte a ripetute situazioni di emergenza con un numero potenzialmente elevato di persone in pericolo imminente allo stesso momento. Pertanto, quando si soccorrono persone in mare, l’Ocean Viking è costretta a trasportare più persone di quante siano indicate nei documenti della nave. Ma è un fatto dovuto che deriva dalla natura stessa delle situazioni di emergenza. “Tuttavia – prosegue l’organizzazione – è della massima importanza ricordare che le persone che portiamo in salvo a bordo sono, secondo la legge marittima, da considerarsi come naufraghi, non passeggeri”. L’unico scopo dell’ispezione, insomma, sarebbe stato quello di impedire che le attività di salvataggio colmino il vuoto lasciato dagli Stati europei. “Ma fermare l’ambulanza non impedirà alla ferita di sanguinare”, conclude Frédéric Penard.
Fonte: Agi, Adnkronos
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