Il discorso trionfante, la task force ed i piani di rientro: tutto ruota intorno a Palazzo Chigi e al Premier Conte. Maggioranza furiosa: non si può commissariare il Recovery.
Il primo grande passo verso il Recovery Fund è arrivato grazie all’accordo raggiunto sui tavoli di Bruxelles dal Premier Giuseppe Conte, ma la strada per l’accesso ai fondi della Commissione Ue – 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 miliardi di prestiti – è ancora lunga e ricca di insidie. “Ora dobbiamo correre”, sono state queste le prime parole del Presidente del Consiglio che, prima ancora di sentire i capigruppo della Maggioranza, ha deciso di indire una conferenza stampa alle 6 del mattino. Una soluzione che ha fatto storcere il naso a più di un big giallo-rosso: il Premier ha voluto intestarsi tutto il merito dell’accordo, non dimenticando certo di parlare di: “Maggioranza rimasta unita”, ma dando l’impressione di una coesione avvenuta ad ogni modo dietro la sua ormai ingombrante figura. Era solo il preambolo per quello che il Premier sapeva benissimo avrebbe scatenato le ire nella Maggioranza, ovvero l’annuncio della creazione di una task force che avrà il compito di redigere il Recovery Plan, il piano di spesa dei fondi che dovrà essere presentato in settembre e discusso a Bruxelles a novembre.
Una posizione insolita sia per le diversi piani di spesa che dividono la Maggioranza – basti pensare al piano per le infrastrutture proposto da Italia Viva alla riforma fiscale del Partito Democratico – sia perchè il Premier aveva promesso di convocare sul tema anche l’opposizione. Un’idea che rientra nel lungo percorso che sta compiendo Palazzo Chigi, grazie alla diramazione dello Stato d’Emergenza, dall’inizio della pandemia. La centralità resta Palazzo Chigi, mentre il Parlamento viene snaturato del suo compito fondamentale e declassato a ruolo deputato ad informative e comunicazioni con l’altra parte dell’emiciclo. La prima, irritata, reazione è arrivata dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio – come spiega Repubblica – che sta cercando di spingere Conte a dirottare molti dei fondi verso i punti cardine del Movimento, utilizzando come spauracchio il passaggio parlamentare del Mes, che il Premier ha già però bollato come non necessario.
Allo stesso modo il Partito Democratico ricorda a Conte il ruolo avuto nelle trattative dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, mentre Italia Viva di Matteo Renzi resta l’ago della bilancia al Senato. Insomma tutti vogliono la fetta più consistente dei fondi: una ripartizione – o quantomeno la promessa dei fondi – potrebbe giocare un ruolo decisivo già dalle prossime regionali in programma a settembre. Il Capo del Governo sta cercando di resistere: se c’è qualcuno che farà campagna elettorale con il Recovery, sarà lui. Come spiega Il Giornale, il Premier non ha alcuna intenzione di finire schiacciato dalle pressioni e dalla crisi della Maggioranza. Ormai ha costruito un suo potenziale elettorato, e vuole correre da solo. Prima bisognerà chiudere la partita Recovery. Ed è anche per questo che, con l’aiuto del capo della comunicazione al Quirinale, Rocco Casalino, Conte sta bombardando i social di immagini di se stesso esultanti e di video auto-celebrativi. Nessuno dei partiti che sostengono l’Esecutivo si sognerebbe mai di mettergli i bastoni tra le ruote in questo momento.
Fonte: Repubblica, Il Giornale