Politici, tecnici e burocrati saranno chiamati nella nuova task force annunciata da Giuseppe Conte per gestire i soldi del Recovery Fund. E il Parlamento, intanto, resta a guardare.
Si sta svolgendo in questo momento, informa Adnkronos, l’informativa di Giuseppe Conte alla Camera e al Senato circa l’accordo del Recovery Fund raggiunto ieri a Bruxelles. Un’intesa che passa ai giornali in queste come storica; un concordato durato più dell’accordo di Nizza; e un risultato che, effettivamente, il Presidente del Consiglio può dire di aver portato a casa. Non è andata male, a Bruxelles, nonostante il muro olandese e la schiera dei “frugali“. Alla fine, l’Italia ha ottenuto ciò che chiedeva: 209 miliardi è la cifra per rilanciare l’economia italiana dopo il collasso da Covid-19. A gestire la somma dei fondi europei, però, Giuseppe Conte non sarà da solo. Ad aiutarlo ci sarà una nuova task force.
Il modello, riporta Repubblica, non sarà quello delle numerose task force nate in questi mesi di lockdown e di emergenza. Sarà invece quello di “Strategia Italia“, una struttura nata nel febbraio del 2019 finalizzata ad accelerare gli investimenti pubblici. Ci sarà una cabina di regia politica, presieduta da Conte, che comprenderà i principali ministri interessati: Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture, Sud, Innovazione, e forse anche i rappresentanti di Regioni e Comuni. La cabina si occuperà di scelte e delle priorità di spesa, decidendo come ripartire i 209 miliardi garantiti dal Recovery fund. Un altro organismo di natura tecnico-amministrativa si occuperà invece di attuazione e redazione dei progetti, supportando la cabina di regia. Quest’ultimo comitato coinvolgerà non solo “esperti” dei vari settori esterni all’amministrazione, ma anche burocrati e funzionari di Stato. A guidarlo, una persona scelta da Conte. Ma non sarà un tenico, come lo è stato Colao; quanto un politico, qualcuno che, cioè, conosce i meccanismi della burocrazia.
Sui nomi è ancora tutto incerto. Ma, intanto, contro la scelta del Presidente del Consiglio si sono già alzate voci di protesta. L’opposizione, e in particolare Forza Italia, ha richiesto che venga presa in considerazione la possibilità di coinvolgere attivamente il Parlamento, che invece in questi mesi sembra aver fatto da spettatore. Diffidenza anche da parte degli alleati – Italia Viva e M5S. Le comunicazioni delle prossime ore potranno chiarire quali saranno le prossime mosse a Palazzo Chigi. Ma è certo che sarà sempre Giuseppe Conte a dire l’ultima parola sugli investimenti, potendo contare sul risultato ottenuto a Bruxelles.
Fonte: Adnkronos, Repubblica
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