Nonostante il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ritenga di essere la persona giusta nel posto giusto, il report dell’Istat parla chiaro: gli italiani sono tra gli ultimi in Europa per livello d’istruzione.
Nonostante nelle ultime settimane il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina abbia più volte parlato di una scuola che guarda già al futuro, moderna e digitalizzata e lei stessa si sia definita “la persona giusta nel posto giusto”, in quanto a istruzione il nostro Paese non sembra essere messo bene. Stando al report dell’Istat relativo al 2019 – riferisce Fanpage – in Italia i laureati sono pochi se messi a confronto con il resto d’Europa. In Ue le persone in possesso di un titolo di studio è pari al 33,2% mentre l’Italia è ferma al 19,6%: poco più della metà. E anche fermandosi al semplice diploma di scuola superiore la situazione non migliora: appena il 62,2% degli italiani ha un diploma contro il 78,7% della media europea. Solo Malta, Portogallo e Spagna registrano punteggi ancora più bassi dei nostri. Ma l’Italia è afflitta da un altro grave problema: il divario tra un Nord mediamente più istruito di un Sud dove i livelli di scolarizzazione risultano decisamente più bassi. Mentre al Nord almeno il 65,7% della popolazione possiede il diploma superiore, al Sud la percentuale si abbassa al 54%. E il divario prosegue anche dopo gli studi, nel mondo del lavoro: al Nord l’86,4% del laureati trova lavoro, al Sud soltanto il 71,2%.
Il report dell’Istat mette in evidenza come la mancanza di istruzione sia collegata alla difficoltà di trovare un lavoro anche se – specifica – le opportunità occupazionali in Italia anche per i laureati sono tra le più basse in Europa. Infatti se nel resto d’Europa la media dei giovani laureati occupati è dell’87,7%, in Italia scende al 78,9%. Per questo molti giovani, tra cui moltissimi medici, scelgono di trasferirsi all’estero dove le possibilità sono maggiori e gli stipendi più adeguati al ruolo che si ricopre.
Ci rifacciamo però sul fronte “femminile”: infatti in Italia il livello d’istruzione delle donne supera quello degli uomini: 64,5% contro il 59,8%. Anche se resta forte lo svantaggio della presenza femminile nei corsi di laurea tecnico-scientifici. Tuttavia ad un maggiore livello di istruzione non corrisponde un maggiore tasso di occupazione: solo il 56,1% delle donne trovano un impiego contro il 76,8% degli uomini. Divario più marcato rispetto agli altri Paesi Ue. Questo potrebbe essere anche in parte legato alla mancanza di adeguati sussidi che permettano alle mamme di lavorare.
In compenso – riporta Rainews – primeggiamo per numero di NEET : Not Engaged in Education, Employment or Training, ovvero giovani che non studiano, non lavorano e non cercano nemmeno un impiego. La quota di NEET in Italia supera di ben 10 punti la media Ue del 12,5%.
Samanta Airoldi
Fonte: Fanpage, Rainews
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