Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ritiene di venire ingiustamente attaccata in quanto donna e giovane e difende le sue scelte per il nuovo anno scolastico.
A meno di due mesi dalla riapertura delle scuole, i dubbi sono ancora tanti. E sul fronte insegnanti e da parte dei genitori. Le lezioni online da casa non sono state agevoli per tutti, specialmente per le famiglie con più figli e magari in età elementare e, dunque, bisognosi di essere seguiti. Sempre più donne proprio per riuscire a seguire i figli si vedono costrette ad abbandonare il lavoro andando a riempire le fila dei disoccupati. E se i sindacati sono scettici in merito all’effettivo ritorno tra i banchi il 14 settembre a causa della mancanza di docenti, il Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina non ha dubbi: il 14 settembre la scuola ripartirà: “Basta con questi toni apocalittici. Il 14 settembre si riparte, punto”. Tuttavia il ministro in quota Cinque Stelle è bersaglio di attacchi in virtù di scelte ritenute azzardate come quella di utilizzare come supplenti gli studenti del terzo, quarto e quinto anno del corso di Scienze della Formazione primaria, ragazzi non laureati dunque. Altra scelta non condivisa riguarda l’acquisto dei nuovi banchi singoli con le rotelle che costano 300 euro cadauno.
Ma la grillina non si fa mettere dietro alla lavagna e difende le sue decisioni. Ospite alla trasmissione Zapping su Radio 1, il capo del dicastero dell’Istruzione ha asserito: “Nei posti giusti devono stare persone competenti. E io, in questo momento, ritengo di essere la persona giusta nel posto giusto”. Il ministro non nasconde di essersi sentita attaccata spesso, troppo spesso – anche sui social – in quanto donna poiché, a suo dire, non è facile essere donna e, al contempo, raggiungere posizioni di potere. Non manca di elogiare l’operato del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per quanto riguarda i Recovery Fund: “Faccio il tifo per il nostro Premier che sta lottando come un leone per restituire dignità all’Italia”.
Ma mentre il ministro sembra sempre più convinto della sua idea di scuola, moderna, digitalizzata e con i banchi a rotelle, un’altra decisione rischia di gravare ulteriormente sulla spalle – già stanche – di molte famiglie. Infatti – spiega Fanpage – da settembre i bambini e i ragazzi con una temperatura corporea superiore a 37.5 gradi non potranno entrare a scuola. E la temperatura dovrà essere misurata già a casa in modo da “responsabilizzare” le famiglie.
Samanta Airoldi
Fonte: Fanpage, Radio 1
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