Per far fronte alla mancanza di insegnanti, il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha deciso che potranno insegnare anche studenti universitari non ancora laureati.
Il rientro tra i banchi previsto per il 14 settembre potrebbe essere messo a rischio dalla mancanza di insegnanti. I sindacati lamentano questa situazione già da tempo e hanno più volte puntato il dito contro l’attuale Ministro dell’Istruzione, la pentastellata Lucia Azzolina ribadendo che – se avesse voluto – avrebbe potuto assumerli. Per far fronte a questa emergenza e fare in modo che gli studenti possano rientrare a scuola, il Ministro Azzolina, pertanto – riferisce Open – ha emesso una nuova ordinanza che permette di insegnare alle materne e alle elementari anche gli studenti universitari del terzo, quarto e quindo anno iscritti a Scienze della Formazione primaria. Persone non ancora laureate dunque. Gli studenti non entreranno nelle stesse graduatorie di chi è già in possesso della Laurea ma avranno una graduatoria a parte. Non potranno ottenere una cattedra di ruolo ma potranno effettuare supplenze. La scelta non ha trovato l’approvazione del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione ma la grillina – spiega Huffington Post – nel corso di una visita ad un Istituto Comprensivo di Milano, ha difeso la sua ordinanza: “Stiamo dando a tanti giovani la possibilità di lavorare. Penso che questo Paese debba assolutamente dare la possibilità ai giovani di lavorare: se vanno all’estero ci lamentiamo, se restano a casa ci lamentiamo”.
I sindacati restano scettici soprattutto circa la possibilità di avere le graduatorie disponibili in tempo utile. Il timore più grande è che il personale docente non sarà disponibile entro il 14 settembre e che questa nuova ordinanza sconvolga le posizioni in graduatoria a svantaggio di chi attende una supplenza da tempo. Senza contare che potrebbe venir meno la continuità didattica per i bambini delle materne ed elementari.
E se per mettere un tampone alla carenza di docenti, il ministro mette in cattedra gli studenti, per evitare che chi è di ruolo fugga dal Nord per riavvicinarsi alla famiglia, la pentastellata ha deciso di “blindare” gli insegnanti per cinque anni. Come riporta Il Giorno il capo del dicastero dell’Istruzione ha così motivato la sua idea: “Abbiamo previsto un vincolo di cinque anni per i neoassunti. Non è una gabbia ma una garanzia di continuità didattica per gli studenti. Pure io ho lasciato la mia terra per lavorare al Nord, dunque so di cosa parlo”.
Fonte: Open, Huffington Post, Il Giorno