Il Premier Conte ha incontrato il Presidente francese Macron per rinsaldare l’asse Italia-Francia in vista del Consiglio Ue. Paesi frugali contrari ai piani senza riforme e chiedono più prestiti che sussidi nel Recovery.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato, nel primo pomeriggio di ieri, a Bruxelles, dove da stamane – e per tutto il weekend – si terrà quello che è già stato ribattezzato dagli analisti il più importante Consiglio Europeo della storia. Sul tavolo il piano Next Generation Ue proposto dal Presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen da 750 miliardi di euro, 500 dei quali a fondo perduto. Un piano che ha trovato l’immediata opposizione dei Paesi “frugali” – Austria, Olanda, Svezia, Danimarca – sulla divisione tra sussidi e prestiti, e sulla governance del piano. I rigoristi del Nord vorrebbero riforme approvate dalla Commissione e dalla Bce e piani di rientro dei debiti pubblici per tutti i Paesi che vorrebbero accedere. Nelle ultime ore, sulle posizioni più rigide, come racconta Repubblica, soltanto il Primo Ministro olandese, Mark Rutte, è rimasto su posizioni oltranziste. Rutte – come del resto tutti i Capi di Governo Ue – si gioca tantissimo in campo nazionale.
Il Primo Ministro olandese ha già incassato diversi provvedimenti in suo favore, dall’abbassamento dei fondi totali a disposizione fino al nuovo bilancio Ue 2021-2027 che scenderà a 1.050 miliardi, a cui è collegato il Recovery Fund. Ma non basta: il punto di scontro sono le richieste di intervento, ai Paesi più esposti sul mercato, nel mondo del lavoro, dei debito pubblico e delle pensioni. Proposte irricevibili per l’Olanda e che nascondo pericoli concreti sulla stabilità economica. Rutte è pronto a mettere il proprio veto su ogni Piano Nazionale che non contenga riforme strutturali, mentre la Cancelliera Angela Merkel, Presidente di turno Ue, è pronta ad inserire un lodo per far cedere l’olandese: la possibilità di un Paese di portare all’attenzione della Commissione il Piano di Riforme di un altro partner. Domani è prevista altra battaglia sull’ammontare dei fondi: l’Olanda pretende di lasciare soltanto i prestiti, mentre al momento sono certi 310 miliardi di aiuti e 250 di crediti che insieme ad altri programmi di sviluppo già approvati porterebbero il tutto a 580-600 miliardi. Troppo pochi per il Premier Conte che deve sperare di arrivare almeno a 650 miliardi.
Conte nella giornata di ieri ha sentito il Primo Ministro austriaco Sebastian Kurz e il Presidente ungherese Viktor Orbàn, nella speranza da un lato di alleggerire i frugali, dall’altra dia vere il sostegno dei Paesi del patto di Visegrad. Rutte spingerà per far slittare tutto a settembre, in modo da costringere i Paesi che al momento hanno più bisogno di fondi – Italia e Spagna in testa – ad approvare i 37 miliardi del Mes. C’è da segnalare – ed è probabile che diventi un arma in mano agli olandesi – che l’Italia non ha ancora presentato un Piano Nazionale di investimenti. Conte è pronto ad usare il veto sui “rebates”, ovvero le riduzioni previste ai versamenti del bilancio comunitario ai Paesi nordici – per l’Olanda si tratta di 1,5 miliardi – ed allungare la partita per cercare di sfiancare gli alleati di Rutte.
Per questi, ed altri motivi, dopo il tour europeo, Conte ieri ha incontrato il Presidente francese Emmanuel Macron, come spiega Il Corriere della Sera. Il Premier italiano ha ribadito che il Consiglio deve approvare il piano della Commissione per salvare non solo i Paesi usciti devastati dalla pandemia, ma per tutti gli Stati membri. C’è in gioco – ha spiegato Conte – la competitività di tutta l’Unione Europea sui mercati internazionali. Fonti vicine a titolare di Palazzo Chigi raccontano di un incontro proficuo e schietto: Conte ha ribadito a Macron che da questo piano dipende la tenuta del suo Governo. E’ un discorso che il Presidente francese recepisce molto bene: il Primo Ministro del Governo di Parigi, Jean Castex, ha varato un piano di rilancio da 100 miliardi di euro, un terzo dei quali arriverebbero dai 40 miliardi assegnati dal Recovery alla Francia.
Macron ha invitato Conte a cedere sulla necessità di fare approvare a maggioranza qualificata i Piani Nazionali di ciascuno Stato al Consiglio Ue. L’Italia vorrebbe invece che per bocciare un progetto servirebbe il 65% della popolazione e il 55% dei Paesi membri. Merkel sembra intenzionata ad accelerare i tempi e ad usare tutta la sua influenza per arrivare ad un accordo il più presto possibile. All’orizzonte una crisi dei mercati nei mesi di agosto e settembre, alla quale difficilmente si potrà opporre resistenza con un Recovery ancora da approvare. Sul piano interno Conte non può tornare a casa a mani vuote, o peggio con l’obbligo di accettare il Mes. La crisi interna della Maggioranza non permetterebbe un passaggio del genere.
Fonte: Repubblica, Il Corriere della Sera