L’ex leader Cinque Stelle Luigi Di Maio accusa il capo del Carroccio Matteo Salvini di essere sempre stato alleato dei Benetton.
La questione Autostrade continua ad essere terreno di scontro tra le forze al Governo e quelle all’Opposizione. Questa volta a lanciarsi accuse vicendevoli di ipocrisia e incapacità sono il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio – storico oppositore della gestione Benetton che ha dovuto tuttavia fare i conti con la decisione dei suoi alleati al Governo – e Matteo Salvini, leader del Carroccio. L’ex numero uno dei Cinque Stelle non ha gradito le dichiarazioni di Salvini che – ricorda Il Corriere della Sera – aveva definito alcuni giorni fa i grillini “bugiardi” e “ridicoli” : “Cosa non si fa per salvarsi la poltrona”. Il Fatto Quotidiano riporta la replica del Pentastellato che, a sua volta, accusa Salvini di incoerenza: “Improvvisamente, sono tutti oppositori dei Benetton. Anche forze politiche come la Lega che quando si trovava al governo assieme a noi Cinque Stelle ha sempre ostacolato la revoca”. Stando alla versione di Di Maio, i Pentastellati avrebbero tentato di ottenere la revoca più volte, incontrando continuamente l’opposizione del Carroccio: “Ogni volta, la nostra proposta incontrava un “ma” o un “però” di Salvini che temporeggiava per impedirci di portare a termine l’operazione. Trovo le sue accuse verso il M5S estremamente ipocrite”.
Secondo il Ministro degli esteri, pertanto, i Benetton avrebbero sempre trovato nella Lega un alleato, anche prima che scoppiasse il caso Autostrade dopo il crollo del Ponte Morandi. La ragione dietro questo sodalizio – secondo il grillino – sarebbe un finanziamento elettorale del valore di 150.000 euro versato dalla famiglia Benetton al partito nel 2006, quando il leader era ancora Umberto Bossi: “Nel 2008, la Lega che governava il Paese assieme a Berlusconi, votò un decreto salva-Benetton, allungando il termine delle loro concessioni. Cosa più grave, con quell’emendamento si cancellava l’obbligo di verificare regolarmente l’integrità delle strutture gestite dal concessionario”. Accuse molto gravi quelle mosse da Di Maio che conclude il discorso addossando di fatto parte della responsabilità del crollo alla Lega: “Dopo il crollo del Ponte Morandi, le perizie hanno segnalato che la struttura non aveva ricevuto sufficiente manutenzione. I Cinque Stelle hanno subito assunto una posizione chiara mentre qualcun’altro ci ha ostacolato, troppo occupato a pensare al Papeete e ai mojito”.
Di fronte a queste parole molto dure, Salvini non è rimasto in silenzio – riferisce Il Tempo – rispedendo al mittente le accuse e continuando a riprendere il Movimento Cinque Stelle per la sua incapacità di ottenere la revoca:“Da un anno il Governo non può più dire ‘è colpa di Salvini’ quando succede qualcosa, si diano una svegliata. E, a differenza di altri, non ho mai incontrato un Benetton in vita mia”.
Fonte: Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Il Tempo