Una misteriosa polmonite fa traballare gli equilibri tra Cina e Kazakistan

Qualche giorno fa la Cina ha dato l’annuncio di una misteriosa polmonite in Kazakistan, che starebbe facendo più morti del Covid. Ma il Kazakistan ha sostenuto si tratti di fake news.

Nella tarda serata di giovedì 9 luglio – spiega AGI – sul canale WeChat della sede diplomatica cinese, è stato lanciato l’allarme su una pericolosa quanto misteriosa polmonite che avrebbe colpito tre città del Kazakistan e che sarebbe più letale del Covid. La Cina ha indicato tre focolai – diffusi a partire dalla met di giugno – nelle città di Atyrau, Aktobe e Shymkent. Secondo quanto riportato dalla sede diplomatica di Pechino, nella prima metà del 2020, in Kazakistan, i decessi dovuti a polmonite sono stati 1772: 628 solo a giugno. Tra questi molti erano cittadini cinesi.

Ma il Governo kazako non ha tardato a rispondere sostenendo che la Cina avesse diffuso una fake news e il ministero della Sanità di Nursultan ha spiegato che non si tratta di una patologia nuova. “Quanto sostenuto dalla Cina non corrisponde a realtà.I casi di polmonite non specificata sono solo casi di Coronoavirus diagnosticati clinicamente o epidemiologicamente ma non confermati dai test di laboratorio”. Tuttavia è pur vero che negli ultimi giorni il Paese ha assistito a circa 300 ricoveri al giorno negli ospedali della capitale.

Sulla questione è intervenuta anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il responsabile del programma emergenza, Mike Ryan – riporta Il Messaggero – da Ginevra ha cercato di tranquillizzare. Ha puntualizzato: “La situazione è sui radar dell’Oms e la traiettoria in salita del Covid in Kazakistan suggerisce che molti di questi casi di polmonite siano in realtà casi di Covid non diagnosticati”.

Per spegnere le polemiche la Cina – per voce del Ministro degli Esteri di Pechino – ha fatto un passo indietro dichiarando che si attendono maggiori informazioni su questi nuovi casi di polmonite. Ha aggiunto inoltre che spera di collaborare assieme al Kazakistan per la salute dei cittadini di entrambi i Paesi.

Fonte: AGI, Il Messaggero

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