Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza per vietare gli ingressi da 13 Paesi ritenuti a rischio. Ma nel frattempo continuano gli sbarchi dei migranti.
Il timore di una seconda ondata è così forte da indurre il Premier Giuseppe Conte a valutare la possibilità di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre. Ciò gli darebbe modo, nel caso di nuovi focolai, di agire tempestivamente attraverso i Dpcm, senza passare per il consenso del Parlamento che allungherebbe i tempi. Proprio per evitare che la situazione torni a peggiorare il Ministro della Salute Roberto Speranza – spiega l’Ansa – ha firmato un’ordinanza che vieta l’ingresso da 13 Paesi:Brasile, Armenia, Perù, Repubblica Dominicana, Bangladesh, Cile, Bosnia Erzegovina, Bahrein, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama. Bloccati anche tutti i voli da e per questi Paesi. Il capo del dicastero della Salute ha sostenuto: “Non posiamo vanificare gli sforzi fatti dagli italiani”. Alla voce del ministro Speranza si è unita quella del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha ribadito: “Non possiamo permettere che da Paesi stranieri arrivino persone positive non monitorate. per questo per i Paesi che stanno fuori dall’Unione europea abbiamo previsto una serie di restrizioni”.
Ma intanto proseguono gli sbarchi. In poco più di ventiquattro ore – riferisce SkyTg24 – a Lampedusa sono sbarcati 618 migranti, tra. Quasi tutti sono arrivati attraverso i barchini ad eccezione di due grandi sbarchi: di 95 persone uno e 267 l’altro. I barchini sono riusciti ad eludere i controlli e approdare direttamente sull’isola. Un centinaio – spiega Il Giornale – ha già lasciato l’isola mentre altri 5 circa dovrebbero essere trasportati a Porto Empedocle dove si trova la Moby Zazà su cui, tuttavia, si trovano già, in zona rossa, 27 migranti in quarantena e dall’altra parte i 180 trasbordati dalla Ocean Viking lunedì sera.
I migranti, al momento, rappresentano un grande punto interrogativo in termini di contagi. Infatti potrebbero provenire da Paesi che si trovano ancora in piena emergenza sanitaria, come hanno recentemente spiegato fonti francesi e libanesi. Senza contare che, come nel caso della nave cargo Talia, talvolta sono costretti a viaggiare in ambienti non igienici che possono veicolare infezioni e, dunque, mettono a rischio sia loro sia le persone con cui entrano in contatto.
Fonte: Ansa, SkyTg24, Il Giornale