Emma Bonino a favore del Mes: “Se vogliamo che la Germania ci aiuti dobbiamo accettarlo”

La senatrice di +Europa Emma Bonino si schiera con chi pensa che il Premier Giuseppe Conte dovrebbe accettare il Mes.

Di fronte all’ennesimo rinvio della decisione sull’accettazione del Mes, la senatrice di +Europa Emma Bonino si dichiara perplessa – riferisce Huffington Post – e accusa il Premier Giuseppe Conte di tenere il Paese bloccato in una pericolosa fase di stallo. Secondo l’ex Ministro degli Affari Esteri, il problema sta in una maggioranza debole che vede in continuo disaccordo Dem e Cinque Stelle: “Conte è succube delle dinamiche di palazzo. In Europa hanno capito tutti che siamo in una fase di stallo dovuta ad una Maggioranza fragile: stiamo perdendo credibilità e soldi”. Bonino fa riferimento alla conferenza tenuta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel alcuni giorni fa in cui la neo presidente dell’Unione europea ha caldamente consigliato all’Italia di smettere di temporeggiare e di accettare i fondi messi a disposizione dal Meccanismo Europeo di Stabilità. Bonino, dunque, si schiera con chi vorrebbe che Conte rompesse gli indugi: “Restiamo in piedi solo stando fermi. Dobbiamo smettere di complicarci la vita ed iniziare a correre. Con i fondi strutturali abbiamo fatto un disastro. Nella Commissione Politica dell’Unione europea stiamo cercando di risolvere la situazione”. Secondo la senatrice dei 76 miliardi di euro che l’Italia ha ricevuto con il pacchetto aiuti del 2014-2020, ne sono stati investiti circa il 30% (27 miliardi): “E’ evidente che non siamo credibili quando chiediamo altri fondi. Se vogliamo che la Germania ci assista, dobbiamo cominciare con l’aiutare noi stessi, decidendo per il Mes entro il 15 luglio”.

E la leader di Europa ha espresso perplessità anche riguardo al dl Semplificazioni che – ricorda Il Fatto Quotidiano – prevede misure per il rilancio delle opere pubbliche. Con questo provvedimento fino al 31 luglio 2021 non ci sarebbero più appalti per affidare le piccole e medie opere pubbliche fino alla soglia comunitaria dei 5,3 milioni di euro. Il decreto prevede anche procedure a trattativa ristretta per le opere di interesse nazionale: “Per approvare l’ultimo decreto, il dl Rilancio, sono serviti numerosi atti tra cui 5 dpcm e 18 accordi con le Regioni. Questi decreti non semplificano nulla, aggravano la situazione di stasi”.

Fonte: Huffington Post, Il Fatto Quotidiano

 

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